Soldi della Regione per yacht di lusso | Chiesti sei rinvii a giudizio - Live Sicilia

Soldi della Regione per yacht di lusso | Chiesti sei rinvii a giudizio

Messina

La Procura di Messina ha chiesto il rinvio giudizio per sei persone coinvolte in un'inchiesta sull'acquisto di uno yacht di lusso attraverso un finanziamento regionale di oltre 500 mila euro, ottenuto per avviare un progetto finalizzato alla promozione turistica. Tra gli indagati Ivo Blandina (nella foto), attuale presidente di Confindustria Messina.

MESSINA – La Procura di Messina ha chiesto il rinvio giudizio per sei persone coinvolte in un’inchiesta sull’acquisto di uno yacht di lusso attraverso un finanziamento regionale di oltre 500 mila euro, ottenuto per avviare un progetto finalizzato alla promozione turistica. Il reato ipotizzato è truffa ai danni della Regione e falso. Gli indagati sono Antonino Giordano, amministratore della società Blue Dream; il fratello Giacomo, socio della Gioim, proprietaria delle quote della Blue Dream; Ivo Blandina, attuale presidente di Confindustria Messina e amministratore della Comet, che gestisce la Marina del Nettuno; Antonino Leanza, funzionario di Mediocredito Italiano, la banca concessionaria del finanziamento, e i soci dei Giordano: Martino Bianco e Stefano Costa.

La Blue Dream aveva ottenuto un finanziamento regionale di 552 mila euro e invece di comprare le 24 imbarcazioni che sarebbero dovute servire per i turisti, attraverso una società di comodo di Antonino Giordano avrebbe utilizzato le risorse per acquistare lo yacht di lusso “Cinzia”. Secondo quanto emerso dalle indagini, Leanza avrebbe fatto passare la pratica nonostante non ci fossero i requisiti, inducendo in errore i funzionari regionali. Inoltre i fratelli Giordano, Bianco e Costa avrebbero eluso al pagamento dell’accisa per oltre 12 mila chili di gasolio, destinandoli ad usi soggetti a imposta. Blandina, infine, è indagato nella vicenda in qualità di amministratore della Comet, che avrebbe stipulato un falso contratto di 5 anni con Giordano facendo figurare il porto di Messina quale luogo di ormeggio dello yacht, mentre in realtà l’imbarcazione era a Milazzo.


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