ROMA- “La mafia ha un notevolissimo peso elettorale. Centinaia di migliaia di voti possono essere mobilitati da Cosa Nostra”. Lo hanno detto il procuratore di Palermo, Francesco Messineo, e l’aggiunto Leonardo Agueci in audizione davanti all’ Antimafia. “Nella nostra banca dati ha aggiunto ci sono cinquemila soggetti legati a Cosa Nostra, molti vivono nella società civile. Vi lascio immaginare che forza elettorale sono in grado di mobilitare”. Nel distretto di competenza della procura di Palermo: “Ogni Comune ha il suo bravo gruppo mafioso. Lo scioglimento non risolve perché dopo la gestione commissariale il gruppo mafioso prende nuovamente il controllo”, hanno aggiunto.
Lima e la trattativa
“L’omicidio Lima creò un panico diffuso tra certi soggetti politici alla ricerca di forme di protezione. E l’avvio di quella che abbiamo indicato come la ‘Trattativa’”. Così il procuratore di Palermo Francesco Messineo davanti alla commissione parlamentare Antimafia. Messineo parla di “una campagna di intimidazione” nei confronti di soggetti politici partita proprio con l’omicidio Lima”. L’omicidio del politico democristiano viene descritto dal Procuratore come il primo atto “di un vasto disegno che poi si concretizza nei contatti dei carabinieri con Ciancimino e dei carabinieri con una sponda politica”. E nel corso di un’audizione, i cui passaggi vengono spesso secretati, Messineo fa riferimenti al ministero dell’Interno e all’ “anomalo protagonismo del dottor La Barbera” che appare come “referente dei servizi”.
Gli attentati ai magistrati come conseguenza del felice esito della trattativa tra Stato e mafia. E’ l’ipotesi che fa davanti all’Antimafia il procuratore di Palermo, Francesco Messineo. Ricostruendo lo scenario di quegli anni, Messineo parla di “dati che potrebbero sostanziare l’ipotesi che l’aggressione ai magistrati sia collegata alla trattativa che aveva invece messo in salvo i politici”.
“Con Crocetta più denunce”
“Cosa nostra ha interessi a interferire sulle attività economiche pubbliche in Sicilia”. E senza esprimere giudizi sulla giunta Crocetta “il dato di fatto è che è diverso il rapporto instaurato con le istituzioni giudiziarie e di polizia. Il numero delle denunce è cresciuto in maniera esponenziale”. Lo ha detto il procuratore di Palermo Francesco Messineo in audizione davanti alla commissione Antimafia.
Mafia e benzina
Le mani dei clan sui distributori di benzina. A segnalare il fenomeno all’Antimafia è il procuratore di Palermo, Francesco Messineo, che fa notare come si tratti di un business redditizio: truccando “le colonnine in modo che segnano più di quanto effettivamente erogato ” un solo distributore rende 15 mila euro l’anno.
(Fonte ANSA)