Messineo sentito dal Csm: | "Danneggiato da Ingroia" - Live Sicilia

Messineo sentito dal Csm: | “Danneggiato da Ingroia”

Francesco Messineo

Il procuratore capo di Palermo si è difeso, sostenendo di gestire al meglio l'ufficio che dirige. Lunedì sarà riascoltato

Procedura di trasferimento
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ROMA – Si è difeso, sostenendo di gestire al meglio l’ufficio che dirige, il procuratore di Palermo , Francesco Messineo, davanti alla Prima Commissione del Csm, che gli ha aperto la procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale. Due ore e mezza di audizione in cui ha rivendicato la correttezza del proprio operato, ma che non sono bastate. Il procuratore tornerà a essere ascoltato lunedì prossimo.

“La procura di Palermo è gestita ottimamente”, ha ribadito anche il suo difensore, il Pg di Torino Marcello Maddalena, che ha definito “molto proficua” l’audizione. A Messineo la Prima Commissione rimprovera una gestione debole della procura, sottoposta a condizionamenti, a partire da quello che avrebbe esercitato sul magistrato l’ex aggiunto di Palermo Antonio Ingroia. Come pure gli rimprovera un mancato coordinamento del lavoro della procura, attribuendo a questo difetto la mancata cattura del boss Matteo Messina Denaro.

La cattura di Messina Denaro
Non c’erano elementi sicuri per la cattura del boss Matteo Messina Denaro, quando la procura di Palermo arrestò Leo Sutura, l’uomo che avrebbe dovuto portare sulle tracce del superlatitante. Lo ha sostenuto davanti alla Prima Commissione del Csm il procuratore di Palermo Francesco Messineo.

Messineo ha così respinto l’accusa che gli avanza la Prima Commissione che la mancata cattura di Messina Denaro fu frutto di un difetto di coordinamento delle varie indagini della procura da parte sua. Di fronte alla mancanza di elementi sicuri per la cattura del boss, fu una scelta privilegiare in quel momento l’arresto di Sutera, nell’ambito di una vasta operazione: perché la sua permanenza in libertà veniva ritenuta pericolosa.

Mai condizionato da Ingroia
A escludere qualunque influenza sul suo operato da parte di quello che all’epoca era il suo aggiunto, è stato il procuratore di Palermo Francesco Messineo, davanti alla Prima Commissione del Csm. Messineo ha anche detto di aver lui consigliato al collega cautela, soprattutto nelle sue esternazioni sulle indagini che conduceva; ha rivendicato di aver svolto effettivamente il ruolo di coordinamento delle inchieste dell’ufficio e a dimostrazione di aver favorito la circolazione delle informazioni all’interno della procura, ha consegnato alla Commissione i verbali delle riunioni con i suoi aggiunti e sostituti.

Messineo ha anche sostenuto di essere stato solo danneggiato dalla scelta di Ingroia di tenere nel cassetto per cinque mesi, intercettazioni che lo riguardavano e che poi portarono la procura di Caltanissetta a indagarlo per rivelazione di segreto d’ufficio (l’inchiesta si è poi conclusa con l’archiviazione). E ha poi contestato di aver mai chiesto al pm del suo ufficio che indagava su Banca Nuova di soprassedere all’iscrizione nel registro degli indagati del suo amico,allora direttore dell’istituto di credito Francesco Maiolini.


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