PALERMO – “Questa deve essere la Finanziaria del sentimento, non del risentimento”. Lino Leanza prova a fare il “pompiere”. A spegnere, insomma, i piccoli fuochi che si stanno accendendo attorno ai documenti contabili della Regione. Documenti già colpiti dai richiami del presidente Ardizzone, che ha ritenuto inammisibili quattro articoli e delle bocciature della Commissione Sanità.
“Conosco il regolamento, e comprendo ovviamente – spiega il capogruppo dell’Udc all’Ars – le prerogative dei colleghi in Commissione. Ma mi sento in dovere di lanciare un appello a tutti: facciamo in modo di venirci incontro. Di far sì che questa sia la Finanziaria della pacificazione”.
Insomma, l’obiettivo è quello di evitare il “muro contro muro” che potrebbe vedere protagonisti da una parte il governo, dall’altra i deputati (compreso il presidente dell’Assemblea). “Sul fatto che i temi ritenuti inammissibili da Ardizzone – aggiunge Leanza – fossero effettivamente estranei alla materia della Finanziaria c’è poco da dire. Ma guardiamo la sostanza delle cose: si tratta di provvedimenti comunque importanti. Credo sia dovere di tutti compiere uno sforzo per trovare una soluzione. E per non cassare del tutto norme utili”. Il riferimento va ai quattro articoli bocciati da Ardizzone e riguardanti la pubblicità dell’attività della Regione sui media regionali, la pubblicizzazione dei bandi e degli avvisi, la presenza di under 35 nei cda e la creazione dell’Autorità per la vigilanza sugli appalti.
“Troviamo una soluzione – insiste Leanza – anche per rispetto all’ottimo lavoro compiuto dal governo, che ha prodotto una Finanziaria seria e leggibile, in tempi difficili. Dobbiamo evitare troppa rigidità e cercare soluzioni politico-amministrative, invece di andare allo scontro”.
E la collaborazione dovrebbe consentire di intervenire su alcuni capitoli del bilancio. “I documenti contabili – prosegue Leanza – sono ovviamente perfettibili. Penso, ad esempio, alla vicenda dei ticket. Si è fatto passare il messaggio che quello fosse un intervento che avrebbe danneggiato la povera gente: vorrei ricordare che riguardava, invece – aggiunge – i pazienti con redditi alti. In questo caso, poi, non si è tenuto conto degli effetti che può avere questa abolizione, con una mancata entrata di grossa entità, che potrebbe rischiare di mettere in discussione l’intero bilancio”.
Ma non è, questo, l’unico argomento sul quale Leanza ritiene importante aprire un dialogo: “Sui finanziamenti ai teatri, serve uno sforzo ulteriore: i tagli indiscriminati rischiano di trasformarli in stipendifici. Noi dobbiamo invece distinguere i teatri che lavorano bene, da quelli che lavorano male. E agire di conseguenza, magari attraverso qualche accorpamento. Infine – conclude Leanza – togliere entrambi i finanziamenti al Cerisdi mi sembra una decisione troppo netta, dura. Questa non deve essere la Finanziaria del risentimento. Ma del sentimento. Della pacificazione”.