"Mi candido a segretario del Pd| Voglio un partito unito e aperto" - Live Sicilia

“Mi candido a segretario del Pd| Voglio un partito unito e aperto”

Parla Anthony Barbagallo. "Costruire l'alternativa alle destre: quello di Musumeci è il peggior governo"

L'intervista
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4 min di lettura

Onorevole Anthony Barbagallo, si candida alla guida del Pd siciliano?

“Sì, faccio un passo avanti”.

Gliel’hanno chiesto anche diversi dirigenti.

“Più che dirigenti, ho riscontrato le attese che vengono dalla base, da tanti militanti, giovani, sindaci. Quindi ci metto la faccia”.

Sarà un congresso vero, conteso?

“Mai il partito è stato così contendibile come stavolta. C’è stato un tesseramento vero. L’on line è stato il sistema prediletto, ognuno si è fatto la propria tessera, sono lontani i modelli dei pacchetti delle tessere o dei baroni padroni del consenso. Anche le regole congressuali rendono il partito contendibile: per candidarsi bastano 500 firme. E per le provinciali a Palermo 190. Ci sarà un periodo di confronto sulle proposte, partendo dalla provincia più piccola fino al partito regionale”.

Il Pd viene dall’esperienza traumatica del congresso naufragato tra le carte bollate, a cui è seguita una scissione. Come sta il partito in Sicilia?

“Non stiamo benissimo però questa condizione di oggettiva difficoltà ci pone nelle condizioni migliori per costruire. Innanzitutto la guida del segretario nazionale è un punto di riferimento preziosissimo. Bisogna riorganizzare il partito partendo dalla base, dai circoli, un partito che motivi e valorizzi ogni singolo iscritto. E che sia quanto più inclusivo possibile”.

Inclusivo in quale direzione?

“Non solo la sinistra e l’ambientalismo ma anche la parte moderata. Bisogna fare del Pd siciliano la casa comune dove queste storie personali possano trovare posto”.

C’è il tema del rapporto con il Movimento 5 Stelle. Che fatica a decollare sui territori.

“Fatica a decollare perché ogni territorio ha la sua storia, i rapporti personali, come è giusto che sia. Però credo che noi dobbiamo continuare a provarci con i 5 stelle. Ci sono, soprattutto su alcuni temi, tantissimi punti in comune. Uniti siamo più forti: l’obiettivo principale del partito è quello di costruire l’alternativa al governo delle destre che in questo momento è uno sfacelo”.

Musumeci sta andando male secondo lei?

“Il peggior governo che si ricordi,. Autoreferenziale, tracotante e ancora è rimasto fermo alla scorsa legislatura perché continua a fare opposizione ai vecchi governi. Non arriva nessuna proposta concreta, la situazione sta peggiorando in tutti i rami dell’amministrazione e anziché proposte e soluzioni ci sentiamo dire sempre che la colpa è degli altri. O dei vecchi governi regionali o di quello nazionale, soprattutto da quando Salvini non c’è più”.

Dove vede i maggiori punti deboli del governo?

“Sui Beni culturali neanche un pizzico di buona volontà. Da un anno aspettiamo il nuovo assessore. C’è un assessorato immobile e invece i beni culturali dovrebbero essere il volano di sviluppo. Ci preoccupa poi la situazione delle Infrastrutture, Bisognerebbe chiedere a Musumeci che fine ha fatto l’ufficio di progettazione decantato in pompa magna o la brillane idea della nuova legge sugli appalti in salsa siciliana che ahimè sta determinando un fermo impressionante nel settore dei lavori pubblici, un settore peraltro già in crisi. Non pervenuto poi il tema della Sanità. Altro che migliorare il pronto soccorso o ridurre le liste d’attesa, sono finiti per proporci in Aula che i neolaureati dovevano andare in corsia o al pronto soccorso. E sempre convintamente ci propongono che bisogna riaprire qualche pseudo ospedale che serve invece a garantire rendite elettorali e posti di primariato”.

Qual è il vostro rapporto con Italia Viva?

“Abbiamo anche dei punti in comune con loro. Governiamo insieme a Roma, siamo insieme all’opposizione a Palermo e secondo me ci sono le possibilità di costruire con loro l’alternativa per il governo di alcune città, Catania su tutte”.

Che cosa direbbe a un iscritto del Pd per convincerlo a votare per lei?

“Che vorrei un partito unito. E che ognuno di noi è chiamato a fare ogni sforzo per un partito che si unito e inclusivo, dove ogni iscritto si senta importante.

Si è già confrontato con le diverse anime del partito?

“Intanto, questo modello delle correnti, soprattutto in Sicilia, lo dovremmo abbandonare. Le correnti forse avevano senso in un partito del 40 per cento, oggi dobbiamo costruire. Parlare a tutti, col linguaggio delle idee, investire sui ragazzi, che diventino il fulcro della costruzione di questo partito. Mi piacerebbe avere una segreteria che rappresenti il mondo degli enti locali, u nostri amministratori, le donne. Dobbiamo abbandonare l’idea che la linea del partito è quella della composizione delle aree. Mi piacerebbe guardare negli occhi i nostri iscritti. Non vedo l’ora di macinare chilometri per visitare i nostri circoli, vorrei caratterizzare l’azione in termini di organizzazione, partecipazione, valorizzazione di ogni singolo circolo, anche quelli più lontani”.


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