PALERMO – L’inchiesta è partita da un venditore di sigarette di contrabbando ed è crollata l’intera organizzazione che stava a monte del piccolo banchetto nel rione Brancaccio.
In carcere due giorni fa sono finiti i napoletani Carmine Argentino e Giacomo Bilello, e il palermitano Pietro Corrao. Ai domiciliari i palermitani Giuseppe Di Grazia, Giovanni Freschi, Giovanni Guadagna, Angelo Giordano, e i napoletani Antonio Argentino, Gabriele Casella e Mario Barretta.
I finanzieri del Gruppo Palermo, coordinati dal procuratore aggiunto Salvo De Luca e dal sostituto Giorgia Spiri, hanno ricostruito più di settanta viaggi da Napoli a Palermo per riempire la piazza di sigarette. E dire che tutto è partito dal piccolo banchetto.
Nel 2018 l’uomo che lo gestiva spiegò che giornalmente, come altri “colleghi”, ritirava quindici stecche di ‘bionde’ in un “deposito”, A fine turno di lavoro consegnava l’incasso all’organizzazione. A lui spettava uno stipendio di 200 euro a settimana oltre a “un pacco di sigarette” per assecondare il personale vizio del fumo e “5 al giorno per mangiare”. Aggiunse che l’organizzazione si riforniva a Napoli.
E così i finanzieri si sono messi alle calcagna dei corrieri che andavano a Napoli, nella zona di piazza del Carmine, caricavano la merce e si imbarcavano verso Palermo. Una volta rientrati in Sicilia le sigarette venivano stoccate in un magazzino in via Francesco Milo Guggino, nella zona di corso dei Mille.
L’anno scorso, in occasione del primo lockdown per il Covid, l’organizzazione abbandonò il meccanismo dei corrieri e si affidò all’appoggio del dipendente di un corriere espresso nazionale, all’oscuro di tutto.
Il volume d’affari sarebbe stato di oltre 2 milioni e 400 mila euro. A Napoli una stecca di sigarette si compra 22 euro all’ingrosso e viene rivenduta a 35 sulla piazza di Palermo (in media sette euro in meno del prezzo di vendita normale).