"Mi state ammazzando... la gamba" | L'orrore registrato in diretta - Live Sicilia

“Mi state ammazzando… la gamba” | L’orrore registrato in diretta

Una delle intercettazioni

Le intercettazioni svelano i metodi cruenti della banda che truffava le assicurazioni.

PALERMO – Il viaggio dell’orrore iniziò a Palermo per concludersi in una casa del quartiere Zisa. È qui che a una donna furono fratturati una gamba e un polso. Divenne una delle tante pratiche da vendere al migliore offerente per incassare l’indennizzo dell’assicurazione.

Sono 156 i finti incidenti scovati da poliziotti, finanzieri e agenti di polizia penitenziaria. Un numero impressionante. Il 22 marzo 2018 gli agenti della Mobile  intercettano una macchina in viaggio da Barcellona Pozzo di Gotto verso Palermo. A bordo ci sono Mario Modica e Monia Camarda, entrambi fermati nel blitz. E soprattutto c’è una donna di 43 anni. È la vittima-complice che ha accettato di farsi spezzare le ossa.

La sua pratica, tramite Salvatore Arena, è passata di mano in mano. “Io sto partendo ora… ancora sono dentro Barcellona…”, dice Modica a Giosuè Giglio che ascolta dall’altro capo della cornetta. Accanto a quest’ultimo c’è Rita Mazzanares, entrambi fermati, che ad un certo punto prende il telefonino: “Dove siete?”. Si informa dove sia arrivata la “merce” e avverte Vincenzo Cataldo, uno degli spaccaossa. Quest’ultimo si farà trovare, assieme ad un altro uomo “al solito posto”.

Il “solito posto” è l’abitazione di Maria Silvestri e Alfonso Macaluso in via Re tancredi, nei pressi della Zisa. “Stiamo venendo… sei a casa? Chiede Mazzanares a Silvestri. A casa in realtà c’è il marito. Mezz’ora dopo Mazzanares, conversando con la madre, si lascia scappare che stanno “incominciando adesso”. Il macabro rituale è appena iniziato.

Terminato il lavoro sporco la donna viene accompagnata in via Vitali dove viene inscenato un investimento provocato dalla macchina di un complice. Da qui il trasferimento all’ospedale Civico. La sera la vittima chiama Mazzanares: “Mi fai una cortesia… appena vieni in ospedale?… porta un plaid…”. È dolorante ha “il polso pure rotto” .

Successivamente Mazzanares e Giglio iniziano a parlare della vendita della pratica a “Gatto Nero” e “Michele” identificati in uno dei cugini Santoro e in Michele Caltabellotta, già arrestato nella precedente indagine. Devono alzare il prezzo perché è una pratica redditizia: “Ma tu hai visto quello che ha questa bambina?… tutto quel sangue…”. Mazzanares prova un attimo di compassione: “Poveretta”. “Poveretto io… che sono senza soldi…”, dice Giglio che aggiunge: “Siete tutti che vi impressionate…”. Sembrava una gallina… lo sai quando gli stirano il collo?”, conclude Mazzanares. Alla fine la pratica sarà ceduta per 4.000 euro.

Ancora più esplicita è la storia di un uomo di 45 anni della provincia di Catania. Per lui il luogo della violenza fu il Minnie Bet Cafè di via Flavio Andò, a Ballarò. Un’intercettazioni descrive le fasi in diretta. Modica chiede come si chiama la vittima, mentre Mazzanares, rivolgendosi all’esecutore materiale delle fratture, gli chiede come mai gli abbia fatturato anche il braccio. In sottofondo le urla strazianti di dolore: “Mi state ammazzando… ammazzando… la gamba… ahi… ahi”. 

 


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