“Il presidente Draghi così come il Papa chiede che siano vaccinati tutti gli anziani e gli immunodepressi ma ancora siamo ben lontani dal proteggere i più fragili. Mi ritrovo con una mamma di 90 anni a letto con tre patologie gravi e ancora non è stata vaccinata. Mi fa rabbia. Da più di un anno vivo da reclusa nel timore di essere canale di contagio per lei e quando esco per necessità vivo nel terrore. Ho chiamato un mese fa il numero verde per le vaccinazioni ma non c’erano più date disponibili e l’hanno inserita in lista d’attesa mi è stato detto che saremmo stati contattati non ho sentito più nessuno”.
È la testimonianza di una figlia che da un mese attende un appuntamento per il vaccino domiciliare per la madre ma non è l’unico caso. Diverse le segnalazioni arrivate e lo scoramento raccolto da Live Sicilia degli over 80 e dei loro familiari.
La campagna vaccinale domiciliare iniziata a marzo in Sicilia non decolla, anzi procede a rilento. Alle persone in lista d’attesa si aggiungono gli over 80 che, nonostante hanno un appuntamento con data e ora fissata per aprile, sono stati contattati dall’Asp per essere informati che “la vaccinazione potrebbe subire dei ritardi e non avvenire per il giorno fissato”. Si allungano così i tempi per la lotta all’infezione da SARS-CoV-2. Intanto in Sicilia, secondo l’ultimo aggiornamento avvenuto oggi, sono 184.023 gli over 80 vaccinati. E secondo quanto promesso dal sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri entro aprile tutti gli anziani riceveranno la prima dose.
Una spiegazione prova a darla Daniela Faraoni, manager dell’Azienda sanitaria di Palermo: “Le attività di vaccinazione domiciliari sono molto complesse e diversificate, così come stabilito dall’ultimo piano del Ministero della Salute del 10 marzo scorso. La complessità dipende, non solo dalle dimensioni del territorio di Palermo e provincia e dalla densità della popolazione, ma anche dalle differenti procedure da rispettare secondo la tipologia del vaccino da utilizzare che, scongelato e pronto per essere inoculato, è utilizzabile entro poche ore. In questa fase stiamo concludendo la vaccinazione domiciliare dei disabili gravissimi (oltre 2.500), residenti in centri che non consentono un’elevata concentrazione di attività delle squadre di medici e infermieri dedicati.
“Abbiamo confidato, e ormai siamo giunti alla fase finale- aggiunge Faraoni – nell’accordo con i medici di Medicina generale, di Continuità assistenziale e di specialistica ambulatoriale che rappresentano una risorsa fondamentale nella conoscenza del paziente, del suo caregiver e del modo come raggiungerlo più facilmente. Siamo molto soddisfatti dell’adesione di oltre 750 medici che daranno un contributo fondamentale nel creare una rete più capillare in maniera tale da raggiungere in breve tutti gli utenti che rientrano nel target. Un ulteriore impulso sarà, infine, dato – conclude – grazie all’accorso con le associazioni impegnate nell’Assistenza domiciliare integrata (ADI). Queste ultime, già dai prossimi giorni, potranno somministrare il vaccino ai soggetti cui prestano attività sociosanitaria e a chi li assiste”.