PALERMO – Il pallottoliere dell’Ars si è messo in azione e segna sei deputati in casa Mpa, gli stessi della Dc e della Lega. Il passaggio formale di Gianfranco Miccichè nel gruppo degli autonomisti avverrà alla prima seduta utile di Sala d’Ercole, dopo la pausa estiva, ma l’effetto nel centrodestra che sostiene Renato Schifani a Palazzo d’Orleans è già evidente: stesso numero di parlamentari per tre dei cinque pilastri sui quali si regge il governo. Numeri che rafforzano la posizione (e le pretese) della colomba simbolo del Mpa.
Quante Forza Italia?
Miccichè dice ancora una volta addio alla Forza Italia targata Schifani, ma non a ciò che rappresenta il partito fondato da Berlusconi a livello nazionale. Lo precisa chiaramente lo stesso ex presidente dell’Ars nella nota che segue l’indiscrezione azzeccata da ‘La Sicilia’. “Forza Italia rimane il mio riferimento nazionale, ho contribuito a fondarla con Silvio Berlusconi e resterà sempre nel mio Dna”. Una posizione, quella del pupillo berlusconiano di Sicilia, ribadita anche da Daniela Ternullo, senatrice azzurra da sempre vicina a Miccichè.
La sensazione che viene fuori dalle parole dell’uomo del 61-0 è che ci siano ‘due Forza Italia’. Dal canto suo, però, la segreteria regionale azzurra ricorda che Miccichè da tempo non fa parte del gruppo azzurro di Sala d’Ercole e che lo stesso non ha rinnovato la tessera per il 2024.
Lombardo grande regista
Nella sua nota l’ex numero uno dell’Ars parla di “accordo” con l’Mpa, “in un momento cruciale per il futuro dell’autonomia” (ça va sans dire). Lombardo, grande regista del passaggio, loda la “lunga esperienza in politica e nelle istituzioni” di Miccichè e poi si lancia in uno dei suoi più classici messaggi sibillini, quasi a lasciare intendere una copertura nazionale all’operazione: “La sua militanza trentennale al fianco di Berlusconi e il nostro comune impegno elettorale per Caterina Chinnici, che Antonio Tajani ha voluto capolista in Sicilia, accelerano il processo federativo avviato dal Mpa all’insegna dei valori su cui si fondano il Ppe e l’Europa unita”.
Miccichè in casa Mpa, un passaggio pesante
Suggestioni a parte, quello di Miccichè nel Mpa non è un ingresso come tanti: Lombardo ha di fatto dato casa al rivale giurato di Schifani. L’ex governatore ha fatto la sua mossa ben consapevole del rischio di un inasprimento dei suoi già difficili rapporti con Palazzo d’Orleans. L’antipasto del matrimonio politico tra i due era stato servito nell’ottobre del 2023, quando Lombardo invitò Miccichè alla convention Mpa di Palermo.
Erano i giorni del patto federativo Lega-Mpa e dell’addio di Miccichè alla leadership di Forza Italia in Sicilia. A distanza di dieci mesi i due si ritrovano: Lombardo ha spento quasi subito l’ennesimo ritorno di fiamma verso il Carroccio e Miccichè, dopo avere sostenuto Marco Falcone e Caterina Chinnici alle Europee, ora prova ad uscire dall’angolo e a ritornare al centro della scena.
Le richieste del Mpa
Il Mpa, intanto, incassa una carta in più da giocare a breve termine sul tavolo delle trattative per i direttori sanitari e amministrativi. I giochi sono aperti e Lombardo intende far valere il peso dei numeri. Lo stesso avverrà per il rimpasto, che dovrebbe concretizzarsi tra fine 2024 e inizio 2025. Schifani ha sempre fatto riferimento ai numeri dei gruppi parlamentari per gli equilibri in giunta e ora gli autonomisti sono pronti a rivendicare il secondo assessore chiedendo pari dignità rispetto a Dc e Lega.
Ad aggiungere ulteriore sale al piatto è la vicenda della vice presidenza della Regione, che in un primo momento sembrava destinata proprio all’autonomista Roberto Di Mauro e che Schifani nei giorni scorsi ha rinviato. Le richieste di Lombardo ora cambieranno e la colomba Mpa potrebbe presto assumere le sembianze di un falco incombente su Palazzo d’Orleans.