Microspie ad Acireale |Voti, intermediazioni e "cortesie" - Live Sicilia

Microspie ad Acireale |Voti, intermediazioni e “cortesie”

I retroscena dell'inchiesta che ha portato in carcere il sindaco Roberto Barbagallo.

ACIREALE. Sarà sentito martedì mattina dal gip di Catania Giovanni Cariolo il sindaco di Acireale Roberto Barbagallo, in carcere da ieri con l’accusa di induzione indebita a dare o promettere utilità. Il primo cittadino, che martedì stesso potrebbe rassegnare per ragioni di opportunità le proprie dimissioni, sarà assistito dal difensore di fiducia Enzo Mellia. Grave l’accusa formulata dalla Procura di Catania. Barbagallo avrebbe ottenuto sostegno per la candidatura all’Ars di Nicola D’Agostino, estraneo ai fatti contestati, da due commercianti ambulanti e in cambio avrebbe consentito loro di lavorare indisturbati nonostante alcune irregolarità emerse nel corso di un controllo ad hoc. Uno dei coindagati, il commerciante Sebastiano Principato, commenta così con uno zio l’incontro appena concluso con il sindaco.

F.: “Ma iddu ti circau pecché volu u voto”

Sebastiano Principato: “Certo…e noi ci dissuimo tutti così…”

F.: “E tu…e ora vuatri comu tanti scimuniti ciu date nautra vota”

Sebastiano Principato: “No zio…zio noi dice…tu lo sai che ha detto Luca…forse un pochettino vi trascuramo…perché dice siete state persone…”

F.: “Ma quale…su chiacchiere di iddi…ora vi riescono ad abbindolarvi nautra vota…perché quando ci sono le elezioni vi pigghianu pu culu…”

Sebastiano Principato: “Ahh lo sai che cosa mi ha detto…disse tu…hai fatto lavorare sempre agli altri con la licenza che ciò…rispunniu Roberto tu hai una licenza di ambulante che non puoi lavorare…”.

Ma nell’ordinanza del gip non si fa riferimento solo a quell’episodio per descrivere la “personalità spregiudicata” di Roberto Barbagallo. In uno stralcio dell’informativa vengono descritti una serie di rapporti e commistioni, al momento non oggetto di contestazioni, che delineerebbero, sempre per l’accusa, un vero e proprio sistema attorno a cui ruoterebbero appalti e forniture pubbliche. In un caso per esempio sarebbero emersi rapporti basati su continui scambi di “cortesie” tra il primo cittadino e Salvatore Messina, titolare dell’azienda SOM Costruzioni srl, non indagato nell’inchiesta, destinatario a fine 2015 di un contratto di fornitura di tabelloni in ferro per il comune di Acireale, per un importo complessivo di circa 20mila euro. La stessa ditta avrebbe anche eseguito parte degli interventi per la realizzazione di due villette, riconducibili a Barbagallo, ma destinate all’associazione CRAFT, beneficiaria di quasi 500mila euro di fondi pubblici. In un sms intercettato dai finanzieri Messina chiede a Barbagallo: “Roberto ci chiami al dirigente per bloccare questi altri quindici giorni di ottobre per i pagamenti degli oneri”. E il sindaco risponde: “Turi è in malattia”. In cambio di questi favori Barbagallo poteva disporre, sempre secondo la Procura, di posti di lavoro e interventi di manutenzione per sé e per i propri parenti.

Salvatore Messina: “Roberto”

Roberto Barbagallo: “Turi?”

Salvatore Messina: “Dimmi”

Roberto Barbagallo: “Glielo posso dare il tuo numero a un ragazzo?”

Salvatore Messina: “Eh? Per che cosa?”

Roberto Barbagallo: “Per il lavoro che ti sei preso…”

Salvatore Messina: “E…daccillu si…”

Roberto Barbagallo: “Viene in cantiere e ne parli”

Salvatore Messina: “Si, si, si…certo”

Roberto Barbagallo: “Se va bene…u provi…è una persona seria…ah”

Salvatore Messina: “…(incomprensibile)…”

Roberto Barbagallo: “Allora non tu dava…no…no…no…io ci penso…anche per il lavoro…io glielo do…poi lui viene in cantiere…ne parrati”

Salvatore Messina: “Va bene…d’accordo…d’accordo”

Roberto Barbagallo: “Ciao ciao”

Stretti, strettissimi sono anche i rapporti tra Alessio D’Urso, altro indagato a piede libero, e l’on. Nicola D’Agostino. Il geologo, destinatario di diversi incarichi al comune acese, avrebbe messo più volte lo zampino anche nella scelta di altre figure professionali per l’ente, muovendosi con disinvoltura all’interno degli uffici comunali ed istruendo anche i funzionari. Il 9 settembre del 2017 l’indagato viene intercettato al telefono con il deputato.

Alessio D’Urso: Nicola…”

Nicola D’Agostino: “Ama accuminciari sta campagna elettorale?”

Alessio D’Urso: “Mi sembra un po’ presto”

Nicola D’Agostino: “Che ti sembra presto…la gente…la gente chiama magari…blocca la gente…poi a ottobre gli diamo il fac simile…ha fare du giri…u primo giro ora…blocchi le persone…a ottobre poi ci ritorniamo e ci diamo il fac simile…Alessio guarda…io non sto scherzando…farò la campagna elettorale del porta a porta e quindi chiederò a tutti gli amici una catena di Sant’Antonio…che non è virtuale…è materiale….quindi tu a me ma dedicare n’ura au iorno di tempo (un’ora al giorno del tuo tempo)…tutti cristiani ca incontri e le telefonate che puoi fare…io ti accollo parente di tre quattrocento voti…a non…”

E ancora Nicola D’Agostino: “Ma si scemo…allora non na mo caputo…io stai parranno cu tia Alessio, non è così…tu sei in condizioni di darmi 300 voti…non dire minchiate…si tratta di fare 300 telefonate…se tu non fai 300 telefonate no i poi pigghiare 300 voti”.

E poi c’è una disarmante intercettazione in cui il dirigente del comune acese Salvatore Di Stefano, chiamato a rilasciare la certificazione di collaudo per alcune opere cimiteriali, mostra di non avere la minima idea dell’intervento in questione.

“Mu spieghi esattamente…che cosa sto collaudando”, chiede a Salvatore Leonardi.

E quest’ultimo lo invita a venire di persona al cimitero, almeno una volta, non tanto per collaudare ma per vedere quelle opere: “per vaddalli sti lucernari, su simpatici, tutto sommato vinni…un bellu”.

Dialoghi che lasciano presupporre, nella valutazione del gip, “che i comportamenti illeciti costituiscono, per le persone cui sono attribuiti, un modus agendi ormai conclamato e consolidato”


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