Piantedosi e i migranti, l'ira di Lorefice

Lorefice contro Piantedosi: “Se la prende con le vittime”

Le parole dell'arcivescovo di Palermo in calce a quelle del ministro.
LA STRAGE DEI MIGRANTI
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“Non c’è spazio oggi per i qualunquismi: è tempo per tutti noi di rifuggire con chiarezza da ogni narrazione tesa a colpevolizzare l’anello più debole della società. La responsabilità è nostra: quel che è avvenuto a Cutro non è stato un incidente, bensì la naturale conseguenza delle politiche italiane ed europee di questi anni, la naturale conseguenza del modo in cui noi cittadini, noi cristiani, malgrado il continuo appello di Papa Francesco, non abbiamo levato la nostra voce, non abbiamo fatto quel che era necessario fare girandoci dall’altra parte o rimanendo tiepidi e timorosi”. Sono dure e scavano in profondità, le parole dell’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice, dopo l’ennesima strage di persone migranti. Una nota che racchiude il senso di una indignazione appassionata.

“Piantedosi attacca le vittime”

“Il culmine simbolico di tutto ciò – prosegue l’arcivescovo – è stata la dichiarazione resa dal ministro Piantedosi, un uomo delle istituzioni che ha prestato il proprio giuramento sulla Costituzione italiana – la stessa Costituzione che prima di ogni altra cosa riconosce e garantisce quei diritti inviolabili dell’uomo –, il quale ha ribaltato la colpa sulle vittime. Come mi sono già trovato a dire, durante la Preghiera per la pace del 4 novembre 2022, rischiamo tutti di ammalarci “di una forma particolare di Alzheimer, un Alzheimer che fa dimenticare i volti dei bambini, la bellezza delle donne, il vigore degli uomini, la tenerezza saggia degli anziani. Fa dimenticare la fragranza di una mensa condivisa (…). Crediamo che sia necessario rispondere ai tanti interrogativi ancora aperti sul naufragio di Cutro e che venga dissipato ogni equivoco sulla gravissima responsabilità di chi non soccorre i naufraghi, lasciandoli morire in mare”.

Cosa aveva detto il ministro

“La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo la vita dei propri figli”. Queste, a margine della tragedia, le parole del ministro dell’Interno che hanno sollevato molte polemiche. Oggi, il titolare del Viminale è tornato sull’argomento: “Bisogna proseguire sul rafforzamento dei canali legali di ingresso dei migranti. È una tragedia che ci addolora profondamente e interpella le nostre coscienze ad agire per fermare traversate così pericolose e trovare risposte concrete alla questione migratoria. È evidente che questo si può fare solo con un’azione decisa dell’Ue e una forte sinergia con i Paesi di transito. Dobbiamo evitare che chi scappa dalle guerre si affidi a trafficanti di essere umani senza scrupoli, servono politiche responsabili e solidali dell’Ue”. (rp)


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