Misiliscemi pronto a nascere, ma riesplode la guerra tra i sì e i no - Live Sicilia

Misiliscemi pronto a nascere, ma riesplode la guerra tra i sì e i no

Lo scontro sulla nascita del nuovo comune siciliano
IL CASO NEL TRAPANESE
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Sulla questione relativa alla nascita di un nuovo Comune in provincia di Trapani, quello di Misiliscemi costituito da otto frazioni della città di Trapani che hanno scelto di accorparsi i un unico ed a sé stante Ente Locale, si ritorna ad affilare le armi.

A far riaprire il dibattito, rimasto sopito negli ultimi mesi, ha contribuito la legge di riforma degli Enti Locali il cui stralcio, mercoledì scorso, è stato discusso dalla Prima Commissione Affari Istituzionali dell’ARS. La norma pone un limite netto alla nascita di nuovi Comuni in Sicilia stabilendo che «non possono essere istituiti nuovi comuni con popolazione inferiore a 10.000 abitanti». Nella prima stesura la legge prevedeva, per istituire nuovi Comuni, un minimo di 5.000 abitanti e, considerato il fatto che il nuovo Comune di Misiliscemi (che, come si ricorderà prevede l’accorpamento in un unico Comune di ben otto frazioni della città di Trapani) consterebbe di poco meno di 9 mila abitanti, questa modifica norma ha determinato un po’ di preoccupazioni fra i componenti dell’associazione Misiliscemi che promosse e vinse il referendum attraverso il quale, oggi, in ARS è in discussione l’apposito disegno di legge istitutivo del nuovo Comune. Ma la nascita del nuovo Comune è all’ordine del giorno dei lavori d’aula da cinque mesi e, ancora, non è stata trattata dai parlamentari regionali. Fatto, questo, che alla luce del nuovo limite di diecimila abitanti per i nuovi Comuni, ha determinato una riunione d’urgenza dell’associazione Misiliscemi.

“La legge che in fretta e furia si sta tentando di attuare – afferma perentorio il deus ex machina del percorso misilese, cioè Salvatore Tallarita presidente dell’associazione Misiliscemi – pone un serio problema di democrazia. Quanti esultano per l’eventuale approvazione di questa legge dovranno ritenersi complici di una politica che diventa sempre più autoreferenziale e meno democratica. Il Comune rappresenta l’organizzazione periferica dello Stato, l’elemento di collegamento tra i cittadini e le istituzioni centrali, ma se c’è una parte che ha fallito nel rappresentare la democrazia nell’ambito dei comuni sono le grandi città dove i cittadini non sono tutti uguali, mentre i piccoli comuni sono quelli esprimono meglio i valori della democrazia e dell’uguaglianza. Cosa fa la politica? Dice a quei cittadini che hanno subito negli anni e subiscono tutt’ora soprusi, in sfregio alla costituzione italiana, tu che sei minoranza non conti niente e non ti sarà più concesso di trovare tu stesso la soluzione. Se dovesse essere approvata questa norma la Sicilia non si allineerebbe all’Italia, ma avrebbe contribuito a mortificare ulteriormente il popolo italiano la nostra nazione, la nostra carta costituzionale”.

“Il disegno di legge non ci fa correre alcun rischio – afferma Elio Barbera del comitato tecnico di Misiliscemi – questo, infatti, nasce su indicazione nazionale e la Sicilia ha recepito la norma dell’allora Ministro Del Rio ma, per quanto riguarda il nostro percorso, siamo tranquilli perché la normativa è stata approvata dopo che il DDL su Misilscemi fosse già incardinato in aula ed in discussione”.

Relatore del DDL sul nuovo Comune di Misiliscemi è il deputato regionale Stefano Pellegrino, marsalese. Lo stesso che, nei giorni scorsi, s’è dichiarato soddisfatto per l’aumento del limite da 5000 a 10000 abitanti.

“Ne prendiamo atto – sottolinea Salvatore Tallarita – ma l’aula deve fare i conti con l’attualità. Quello di Misiliscemi è un percorso che va in un’altra direzione. Noi ci siamo confrontati con l’onorevole Pellegrino e abbiamo compreso le esigenze che ha l’ARS perché, a seguito della nostra istanza, si ritrova con richieste similari da altre realtà isolane e stanno cercando di mettere un freno a questa voglia di autodeterminazione dei cittadini. Si dovrebbe comprendere, però, che se una comunità arriva ad un processo a cui ha dedicato tanto tempo, lo fa perché in realtà l’amministrazione di provenienza non ha compreso le istanze del territorio ed ha marginalizzato le dinamiche che danno dignità ad una popolazione. Non si risolve tutto con la soglia dei 10mila abitanti, si deve intervenire in maniera tale che si possa garantire ai cittadini di vivere in maniera buona e sentirsi tutelati, rispettati e protetti. Non farlo, invece, significa che ti metti a posto dal punto di vista delle normative ma non nei confronti dei cittadini”.

Dal fronte del No alla nascita del nuovo Comune, ovviamente, esultano anche se sommessamente. L’avvocato Maurizio Miceli, che oltre ad essere il presidente del Comitato contrario all’ipotesi misilese è anche il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, si lascia andare ad alcune considerazioni: “La notizia dell’approvazione all’ultima seduta della I commissione dell’Assemblea Regionale Siciliana di un DDL che, tra le altre importanti disposizioni, comprende anche il divieto di istituire nuovi comuni con una soglia di abitanti non inferiore a 10.000 potrebbe sembrare indicativa della volontà del Legislatore regionale di impedire lo smembramento amministrativo. Ed in effetti, calibrare la soglia minima per l’istituzione di un comune da 5.000 (legge vigente) a 10.000 abitanti, con l’esplicito recepimento di quanto a tal proposito disposto con la legge Delrio, consegna anche alla Sicilia una giusta ed opportuna coerenza normativa con il quadro nazionale improntato alla concentrazione e alla semplificazione amministrativa, in una costellazione di disagi cui ridotte entità municipali difficilmente possono far fronte. È per noi una sorpresa, posto che fino a non molto tempo fa paventavano un eventuale voto contrario dell’Assemblea regionale all’istituzione del nuovo comune quasi come un atto eversivo nei loro confronti, in spregio alle regole democratiche, arrivando ad affermare automatismi addirittura dovuti nella libera manifestazione di volontà dell’organo assembleare che, non sfugge a nessuno, sono del tutto inesistenti, com’è ben chiaro adesso anche a loro. Per quanto ci riguarda, non ci resta che attendere oggi come ieri, con fiducia il vo-to dell’ARS, nel rispetto delle normative e delle istituzioni che ci ha sempre contraddistinto.”

Si ritorna a battagliare, dunque, su fronti contrapposti come le guerre impongono, in attesa che l’ARS si pronunci una volta e per tutte. Sarà una guerra tutt’altro che fredda, condotta attraverso le contrattazioni politiche. Ancora una volta, però, il comitato per il nuovo Comune, si dice sereno. Almeno stando alle dichiarazioni di Elio Barbera: “L’iter del DDL, una volta che è incardinato, al di là dell’ultimazione delle procedure di bilancio della Regione, andrà sicuramente in votazione. Noi auspichiamo che secondo la nostra idea vada con esito positivo. Chiaramente il nuovo DDL non potrà mai bloccare l’iter anche perché non andrà in discussione prima di luglio. Siamo in campagna elettorale, ci rendiamo conto che chi è contrario all’istituzione del nuovo comune ne fa un vanto e prende questa modifica normativa come la soluzione di tutti i mali. Ma le nuove norme, con la modifica della legge30, pongono un’asticella per il futuro. Non per il passato, e noi siamo tranquilli che non possa incidere. Si divertano a scrivere e a parlare inutilmente. La parola finale è dell’ARS”.

Secca, in questo caso, la controreplica dell’avvocato Miceli: “Abbiamo potuto leggere le dichiarazioni del comitato pro Misiliscemi che in fine giunge adesso al riconoscimento di piena sovranità rispetto al voto del Parlamento regionale. Ebbene, è proprio come dice Elio Barbera: “l’ultima parola è dell’ARS”. Già, lo è per questo Ddl così come lo è per quello istitutivo del nuovo comune e questo proprio perché la nostra è una democrazia rappresentativa”.“Come al solito ai problemi reali si antepongono soltanto gli interessi di piccoli gabelloti che non sanno guardare oltre le tasse perché non hanno la capacità di concepire qualsiasi strategia – conclude Salvatore Tallarita dell’associazione Misiliscemi – Tutto questo non può compromettere il percorso di Misiliscemi ma sicuramente è una azione devastante per la democrazia”.

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