PALERMO – “Sa cosa le dico? Adesso controllerò le delibere di tutti gli assessori a me succeduti e se, ma è scontato, ravviserò similitudini con la delibera che mi è costata la condanna, denuncerò tutto alla Procura della Repubblica. Lo farò da cittadino”. Franco Mineo da alcune ore è stato condannato a tre anni per abuso d’ufficio. La delibera incriminata è quella che diede il via libera, quando era assessore alla Protezione civile al Comune di Palermo, a sette progetti per la vigilanza nei mercatini. Progetti poi risultati tutti uguali. Cambiava solo il nome dell’associazione.
Un’anomalia, non crede?
“L’anomalia è un’altra ed è la condanna che mi è stata inflitta. Perché crea un precedente nella giurisprudenza. Non è mai successo che in presenza di un atto deliberativo condiviso collegialmente e all’unanimità si desse seguito alla condanna per uno solo degli assessori. Il testo unico degli enti locali, la legge che disciplina, divide e assegna i compiti, dice che il dirigente è responsabile in via esclusiva dell’atto deliberativo proposto. Ma lasciamo stare i tecnicismi, la vicenda è alquanto strana. Vengo condannato perché al gabinetto del sindaco arrivano dei progetti poi passati alla Protezione civile. Il dirigente di allora li legge, me li sottopone e me li consiglia, dicendomi che avrebbero risolto il problema dei controlli nei mercatini. Insomma, mi dice che sono utili. Siccome non ho soldi nel mio capitolo di spesa, chiamo il gabinetto del sindaco che mi dice di avere le risorse. L’ingegnere mi chiede di esprimere la volontà politica e io scrivo ‘si dia seguito preparando gli atti deliberativi’. Mi creda, ancora oggi al Comune di Palermo usano fare così. Lo fanno anche gli assessori attualmente in carica. Nello stesso giorno della delibera sui mercatini sono arrivati al Comune, precisamente alla Pubblica istruzione, progetti similari con la scritta ‘si acquisisca il progetto’ eppure solo Mineo viene chiamato a rispondere. Glielo ripeto, si faceva e si fa così. È una prassi legittima”.
Praticamente, si sente perseguitato?
“Scusi, c’è pure un procedimento della Corte dei conti. Sono stato condannato a pagare più soldi degli altri assessori che come me hanno votato la delibera, all’unanimità. C’è qualcosa che non va. La Corte condanna pure il responsabile amministrativo e il responsabile del progetto. Sono gli stessi che poi vengono sentiti come persone informate sui fatti nel processo penale a mio carico, ma non sono mai stati sfiorati dall’inchiesta. E poi sono i tempi a non convincermi”.
Cioè?
”Il reato si prescriverà tra 25 giorni, mentre il collegio del Tribunale di giorni per scrivere la motivazione se n’è preso novanta”.
E cosa avrebbero dovuto fare, non processarla? Prescritto è cosa diversa di assolto.
“Registro l’eclatanza del dato che si commenta da solo”.
Ribadisco, vede allora nella magistratura l’intenzione di colpire Mineo?
“Forse con l’obiettivo di colpirne uno per educarne cento. Ma dove sta la mia colpa. In quella delibera, per la quale ho dato solo un indirizzo politico, c’è stata mancanza di professionalità di altri e non mia”.
Crede che questa decisione possa pesare anche sull’altro processo in corso dove rischia una condanna ben più pesante.
“Su questo, mi comprenda, ritengo opportuno non rispondere. Non adesso. Lo farò dopo la sentenza. Io comunque continuo a credere nella giustizia”.