Mirello 'scruta' il Pd

‘Mirello’ scruta gli scenari del Pd: “Bisogna andare oltre Barbagallo”

L'allarme di Crisafulli: "Così si rischia l'estinzione"

ENNA – “Discutiamo del futuro, ma oggi non c’è il presente...”. Mirello Crisafulli, il senatore comunista pancia e cuore del Pd isolano, arroccato nella fortezza di Enna, ‘scruta’ il futuro del partito.

E manda un messaggio all’uomo che prima sosteneva: Anthony Barbagallo. L’intervista

Senatore, cosa sta succedendo nel Pd siciliano?
“Si prepara il congresso e come in tutti i congressi c’è una fibrillazione, il problema è che si sta usando un approccio che non soddisfa nessuno. Si pensa di governare un partito sull’onda di una forzatura di maggioranza che non produrrà niente, se non il permanere di una fibrillazione”.

C’è una fibrillazione o una spaccatura?
“Per ora spero che sia solo una fibrillazione ma c’è il rischio che diventi una spaccatura vera e propria”.

Lei è stato uno dei sostenitori di Anthony Barbagallo, cosa ne pensa del suo operato?
“Il problema non è la persona, abbiamo bisogno di altro e soprattutto di ricomporre un quadro unitario nel partito. Con Barbagallo questo non può avvenire, ma bisogna andare oltre la sua figura, che resta, però, di un autorevole esponente. Pensare che tutto si possa risolvere riconfermandolo credo che non sia quello che serve al partito”.

Quali sono i rischi che corre il Pd?
“Il pericolo maggiore è mettere in discussione la presenza del partito. Con uno scontro di questo genere si corre il rischio dell’estinzione del Pd: una cosa molto amara per chi ha militato una vita”.

Cosa ne pensa della nomina di Nico Stumpo a commissario per il congresso?
“Un gesto importante, adesso deve essere messo in condizione di trovare la strada migliore e se tutti lo aiutiamo possiamo rilanciare immagine e ruolo del Pd”.

Come si è arrivati a questo punto?
“Non c’è un motivo particolare, siamo passati da Zingaretti a Letta, a Schlein e Barbagallo ha tenuto banco. Adesso questo non è più sufficiente”.

Ci sono ancora tensioni dovute ai voti delle europee, una parte del Pd non ha sostenuto Schlein
“C’è sempre un motivo che aiuta a giustificare i propri ragionamenti. Noi abbiamo la necessità di far tornare la Sicilia all’attenzione dei vertici. Una volta io ero dirigente del partito comunista, mi sentivo parte di un grande partito. Oggi parliamo solo di noi, manca la politica complessiva del partito. E manca una strategia politica regionale”.

L’opposizione a Renato Schifani è un tema?
“Bisogna esercitare la funzione di opposizione, indicando strade alternative, ma non può essere demandata solo al gruppo parlamentare. Bisognerebbe fare una conferenza delle isole del Pd, per capire cosa fanno in Sardegna e non riusciamo a fare in Sicilia”.

Pensando al futuro, sul tema delle alleanze come dovrebbe muoversi il Pd?
“Seguendo la segretaria, ma sviluppando la politica, aggregando aree moderate”.

Lei guarda più verso le aree moderate che a sinistra?
“A Enna non c’è nessuno più a sinistra, mica posso inventarmi gli alleati. La posizione della Schlein è corretta, ci vuole una strategia aggiuntiva, non sostitutiva”.

Che messaggio manda a Barbagallo?
“Dovrebbe aiutare il partito a trovare una soluzione che ricomponga tutti. Lui, se vuole, può riuscirci”.

Qualcuno aveva chiesto un suo passo indietro
“Chiedere a lui di aiutare il partito a trovare una soluzione vuol dire proprio questo, ma deve essere lui a guidare il traghettamento”.

È fiducioso?
“Questa cosa non va vissuta come sfida, bisogna che Barbagallo guidi questo processo. Se vuole fare la sfida, la faccia”.


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