Morte studentessa, la tragedia e quel banco che rimarrà vuoto - Live Sicilia

Morte studentessa, la tragedia e quel banco che rimarrà vuoto

L'assessore Mirabella: "Il mio cuore piange".

CATANIA – La perdita di un figlio è senza dubbio il dolore più grande. La morte della piccola studentessa della scuola medica Cavour di Catania ha spezzato il cuore di tutta Catania. Da più voci si chiede di rispettare la ferita insanabile dei genitori, che hanno deciso con grande cuore di dire sì alla donazione degli organi, e di fermare ogni tipo di speculazione inutile e maldestra.

La dodicenne ha accusato un malore giovedì mattina. Come ha raccontato la preside a LiveSicilia in pochi minuti è stato eseguito il massaggio cardiaco e l’insegnante preparata alle manovre di primo soccorso ha usato anche il defibrillatore in dotazione. Poi è arrivata l’ambulanza, anzi due. Ma mentre il cuore si è rimesso a battere, l’attività cerebrale non si è mai ripresa. Ieri alle 16,30 è arrivata la notizia più tragica: al Garibaldi Nesima dove era ricoverata è stata accertata la morte cerebrale. Il miracolo, purtroppo, non è avvenuto.

Le parole dell’assessore comunale Barbara Mirabella riassumono il sentimento che unisce tutti i catanesi davanti a una tragedia. “Oggi il mio cuore piange stretto accanto alla famiglia e a tutta la comunità scolastica della Scuola media Cavour, per aver appreso della dolorosissima perdita della piccola studentessa che oggi ci ha lasciati prematuramente. Le preghiere di ciascuno di noi possano essere un balsamo per il dolore dei genitori e dei familiari”. 

Un lutto che ha colpito profondamente anche i compagni di scuola che ogni giorno guarderanno il banco vuoto della piccola amica. “Vicina allo sconforto della Preside che abbraccio e alla scuola tutta. Le parole si svuotano ancor prima di rivolgerle alla famiglia. Dolore ineffabile per la mamma e il papà”, scrive qualcuno sui social. 

La dirigente scolastica Gabriella Capodicasa a LiveSicilia è consapevole che servirà seguire un percorso psicologico. “A scuola abbiamo la psicologa, stiamo già ragionando con lei su come affrontare tutto questo con i ragazzi – conclude la preside – Staremo accanto a ognuno di loro, per aiutarli ad affrontare il trauma. E staremo accanto alla famiglia, nel modo migliore che potremo. Perché certo non possiamo lasciarli soli“.


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