È tornata alla ribalta la vicenda di Rebecca, Christine e del tredicenne Talon Vance trovati morti nel luglio 2023 in una zona remota della foresta di Gunnison, in Colorado.
Di recente, sono emersi particolari che gettano nuova luce sul dramma familiare. Le due sorelle quarantenni e il figlio di Rebecca avevano deciso di isolarsi dal mondo, rifugiandosi in mezzo alla natura selvaggia.
Un’esperienza che richiama alla memoria la storia di Chris McCandless, il giovane protagonista del film “Into the Wild”, che all’inizio degli anni ’90 scelse di abbandonare la società per vivere in solitudine, trovando infine la morte.
Ma a differenza di McCandless animato da un ideale di rifiuto verso il consumismo, la scelta dei Vance non nacque da un sogno romantico bensì da un’ossessione. Rebecca, in particolare, era convinta che le élite mondiali stessero tramando per controllare o addirittura sterminare l’umanità.
Trovati morti nella foresta, una tragedia annunciata
Teorie complottiste che, come un contagio, ne condizionarono le decisioni fino a trascinare il figlio in una fuga senza ritorno. A ricostruire la vicenda è stato il giornalista statunitense Ted Conover, che da anni studia le comunità del Colorado decise a vivere fuori da ogni connessione con la società moderna.
Conover ha riportato la storia mentre presentava il suo ultimo libro, in un incontro pubblico cui erano presenti anche il padre e la nonna paterna di Talon. L’intento dichiarato è quello di non lasciare che l’episodio cada nell’oblio.
“Dare un nome ai bambini — contribuendo a preservare la memoria di Talon Vance, vittima delle teorie del complotto, dell’idiozia dei genitori e forse di una malattia mentale — è un compito importante”, ha scritto sulle colonne del “San Francisco Chronicle”.
Rebecca si era aggravata durante la pandemia
Secondo le testimonianze raccolte, la deriva di Rebecca verso il complottismo si sarebbe intensificata durante la pandemia di Covid-19. È in quel periodo che decise di ritirare il figlio dal sistema scolastico per occuparsi personalmente della sua istruzione.
Le convinzioni di Rebecca spaziavano tra le teorie più diffuse nell’universo cospirazionista: dall’ipotesi di un piano delle élite per sfruttare la pandemia al fine di limitare le libertà individuali, fino al timore che i vaccini contenessero microchip destinati a trasformare gli esseri umani in macchine.
Da lì la decisione di trasferirsi in un luogo isolato e sicuro. Christine, inizialmente titubante, decise infine di seguire la sorella e il ragazzo, spinta dal desiderio di non abbandonarli. La famiglia aveva cercato di bloccarli, come ha raccontato Jara Trevala, sorellastra di Rebecca, al “New York Times”.
“Il figlio adolescente di Rebecca era un ragazzo intelligente e premuroso, era triste non poter vedere più i suoi amici e parenti – ha svelato – ma allo stesso tempo era entusiasta del viaggio che stava per intraprendere insieme alla madre. Io e mio marito abbiamo cercato di fermarli, ma non c’è stato modo”.
Trovati morti nella foresta, l’inverno è stato fatale
A fine estate, i tre si stabilirono nei pressi del Gold Creek Camp, a tremila metri di altitudine, con un equipaggiamento minimo. Una dotazione che sarebbe risultata insufficiente persino per un’escursione breve, ancor meno per fronteggiare le rigide condizioni dell’inverno sulle montagne del Colorado.
Né le sorelle Vance né il giovane Talon possedevano le competenze necessarie per affrontare a lungo la vita nei boschi. Circostanze che trasformarono l’esperimento di vita in una tragedia annunciata. I tre coltivavano la terra e vivevano dei frutti dei loro raccolti.
Le prime nevicate resero impraticabile l’unica via percorribile con la loro auto, peraltro rimossa dalle autorità perché considerata abbandonata. I resti dei tre furono rinvenuti soltanto nove mesi dopo l’ultimo contatto con l’esterno: una telefonata di Rebecca al padre, con cui non aveva quasi rapporti, per chiedere un trasferimento di 500 dollari.
Talon pesava appena 18 chili
A fare la macabra scoperta fu un escursionista, guidato dall’odore insopportabile proveniente dall’accampamento. L’autopsia stabilì che la causa del decesso fu una combinazione di ipotermia e dissenteria, probabilmente dovuta all’uso di acqua non correttamente depurata.
Il caso di Talon appare il più drammatico. Spinto dalla madre a imparare tecniche di sopravvivenza guardando video su YouTube, il ragazzo al momento del ritrovamento pesava appena 18 chili. La morte arrivò a poche ore di distanza tra loro, mentre tentavano invano di resistere a un nemico immaginario.
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