Un uomo del Wisconsin è stato condannato a 89 giorni di carcere per aver simulato la propria morte e tentato di rifarsi una vita altrove.
Ryan Borgwardt, 45 anni, aveva fatto perdere le proprie tracce nell’agosto dello scorso anno fingendo un’uscita in kayak sul Green Lake, a circa 80 chilometri dalla sua abitazione di Watertown.
Il kayak era stato ritrovato capovolto con i suoi documenti a bordo, circostanza che fece pensare a un annegamento. Le autorità avevano scandagliato le acque del lago per quasi due mesi, senza risultati.
Lascia moglie e figli e si finge morto
In realtà, Ryan Borgwardt aveva già lasciato gli Stati Uniti: prima un viaggio a Toronto, poi un volo per Parigi e, infine, una permanenza tra l’Asia e la Georgia con l’obiettivo di incontrare in Europa una donna uzbeka conosciuta sui social network.
Il sospetto che si trattasse di una fuga pianificata era emerso quando gli investigatori avevano scoperto che l’uomo aveva ottenuto un nuovo passaporto pochi mesi prima del finto incidente.
L’ipotesi aveva trovato conferma nel novembre successivo, quando Ryan Borgwardt era rintracciato e convinto a rientrare in patria.
Al suo ritorno, a dicembre, l’uomo si si era consegnato spontaneamente ed era arrestato con l’accusa di aver ostacolato le ricerche del proprio corpo.
La condanna e il risarcimento
Il giudice ha stabilito per lui non solo la pena detentiva, corrispondente al tempo impiegato dalla polizia per trovare il suo corpo ma anche un risarcimento di 30.000 dollari a copertura delle spese investigative.
La vicenda aveva avuto conseguenze anche sul fronte personale. Dopo 22 anni di matrimonio, la moglie aveva chiesto il divorzio quattro mesi dopo il suo ritorno negli Stati Uniti.
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