Dagli Stati Uniti arriva la prima gravidanza al mondo ottenuta grazie a un sistema di intelligenza artificiale e robotica.
Una coppia che da 19 anni tentava invano di avere un figlio è riuscita ad esaudire il suo sogno grazie a una tecnologia capace di individuare e recuperare spermatozoi vitali in casi di infertilità maschile estrema.
Il risultato, pubblicato sulla rivista “The Lancet”, segna una svolta nella medicina riproduttiva e apre nuove prospettive per le coppie affette da azoospermia, una condizione in cui il liquido seminale contiene pochissimi o nessun spermatozoo.
Cos’è la tecnologia Star
La tecnica, denominata Star (acronimo di “Sperm Tracking and Recovery”), è stata sviluppata dal Columbia University Fertility Center di New York, sotto la direzione di Zev Williams e la coordinazione di Hemant Suryawanshi.
Fino a oggi, nei casi di infertilità maschile severa, i trattamenti prevedevano interventi chirurgici invasivi sui testicoli, con esiti spesso incerti e rischi elevati. Con Star, invece, il processo è completamente automatizzato.
Il sistema analizza milioni di immagini di un campione di sperma in pochi minuti, grazie a un modello di deep learning capace di riconoscere anche i rarissimi spermatozoi vivi nascosti tra i detriti cellulari.
Il cuore della tecnologia è un microchip con canali più sottili di un capello, che consente di isolare le aree del campione contenenti cellule vitali.
Un robot di precisione provvede poi a prelevare gli spermatozoi individuati in una frazione di secondo, pronti per essere utilizzati nella fecondazione in vitro o conservati per un impiego successivo.
Primo bebè grazie a intelligenza artificiale e robot
Il primo caso clinico ha riguardato una donna di 37 anni e un uomo di 39 affetto da azoospermia non ostruttiva. Dopo anni di fallimenti, il sistema Star ha esaminato 2,5 milioni di immagini in due ore, individuando sette spermatozoi, due dei quali mobili.
Utilizzati per fecondare altrettanti ovociti, hanno portato alla formazione di due embrioni trasferiti nell’utero della donna. Tredici giorni dopo, il test di gravidanza è risultato positivo. Un’ecografia a otto settimane ha confermato la presenza di un feto vitale con battito cardiaco regolare.
Star combina un sistema di imaging ad alta velocità, un chip microfluidico personalizzato e un algoritmo di intelligenza artificiale basato sull’architettura “Yolo” (“You Only Look Once”), in grado di identificare oggetti in movimento con un’accuratezza del 90%. Tutto il processo si svolge in un ambiente sterile e chiuso, riducendo i rischi di contaminazione.
L’infertilità maschile rappresenta circa il 40% dei casi di infertilità di coppia, e fino al 15% degli uomini infertili soffre di azoospermia o criptozoospermia.
Per molti, la diagnosi equivale a un vicolo cieco. Star potrebbe cambiare radicalmente questo scenario, offrendo un’alternativa non invasiva, automatizzata e più precisa rispetto ai metodi tradizionali.
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