Multiservizi, i lavoratori protestano: | "Il governo ci prende in giro" - Live Sicilia

Multiservizi, i lavoratori protestano: | “Il governo ci prende in giro”

Non arriva lo stipendio, così, i lavoratori della società partecipata Multservizi, decidono di protestare. E mentre i Cobas/Codir chiedono le dimissioni dell'assessore all'Economia Gaetano Armao (nella foto), la Cisl attacca: "Prima delle elezioni andava tutto bene..."
"Non abbiamo ricevuto lo stipendio"
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Le rassicurazioni dell’assessore Armao, finora, non sarebbero servite a molto. Così, i dipendenti della società partecipate in liquidazione Multiservizi hanno deciso di manifestare dopodomani con un sit-in nella sede dell’azienda.

Il motivo della protesta è legato a un ritardo nel pagamento degli stipendi, fermo, a detta dei sindacati che stanno sostenendo la protesta dei lavoratori, a un acconto del mese di aprile. Insomma, gli stipendi che sarebbero dovuti arrivare dieci giorni fa, ancora non si sono visti.

Questo, come dicevamo, nonostante le rassicurazioni dell’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao, che il 30 aprile scorso aveva annunciato: “I lavoratori di Multiservizi possono stare tranquilli perché tutti gli adempimenti necessari per garantire i loro stipendi sono stati portati a compimento. In particolare con la lettera di ‘patronage’ già sottoscritta e inviata il 27 scorso a Unicredit Factoring spa, la Regione ha mantenuto gli impegni assunti offrendo le dovute garanzie all’istituto di credito per consentire il pagamento dei salari”. E che oggi ribadisce: “La Regione ha fatto tutto ciò che doveva, con la lettera di patronage, impegnandosi a pagare gli stipendi nel caso in cui la società non lo facesse”. Secondo gli uffici della Regione, invece, il problema potrebbe è solamente burocratico, legato ai passaggi necessari per sbloccarei pagamenti.
Con la lettera di ‘patronage’ del 30 aprile scorso, la Regione siciliana ha dato seguito alla delibera della giunta di governo del 18 aprile, con la quale si obbliga, in tutti i casi in cui non dovesse provvedervi la Multiservizi, ad onorare gli impegni assunti da quest’ultima, rimborsando Unicredit per quanto dovuto. Un’assicurazione confermata appena due giorni fa, in occasione dell’annuncio, sempre da parte dell’assessore Armao, della proroga della convenzione tra Multiservizi, Biosphera e le Asp.
Ma ancora quegli stipendi non sono arrivati. E i sindacati attaccano: “Siamo stati presi in giro – ha dichiarato Michele D’Amico dei Cobas Codir – e per questo chiediamo a gran voce le dimissioni dell’assessore Armao. Ci era stato assicurato che non ci sarebbero stati problemi, e invece eccoci qua ancora una volta a denunciare le inefficienze del governo regionale. Abbiamo anche puntato l’indice contro il colpevole ritardo nella creazione di un consorzio societario che consentisse, come primo effetto,l’abbattimento dei costi dell’Iva. Ma ci siamo sempre opposti – ha aggiunto il sindacalista – alla trasformazione di queste vertenza in una ‘passerella elettorale’ che cerchi di addossare ad altri le responsabilità politiche del governo e dell’assessore all’economia”.
“Prima delle elezioni – ha dichiarato Mimma Calabrò della Fisascat/Cisl – tutto andava bene. Tutto era risolto. E invece, ancora gli stipendi non sono pagati per qualche intoppo burocratico che speriamo venga risolto al più presto. Per questo riteniamo indispensabile questo sit-in. Un modo per manifestare civilmente i timori di un gruppo di lavoratori che guadagna stipendi molto bassi, e che difficilmente può far fronte a questi ritardi. Nello stesso tempo – aggiunge la Calabrò – sollecitiamo la ripresa dei tavoli tecnici per accelerare il trasferimento dei dipendenti in seguito al riordino delle partecipate. Un iter che si è bloccato perché il governo ha deciso di imboccare una strada sbagliata, poi bocciata dal Comissario dello Stato (la norma che prevedeva il transito diretto dei lavoratori di Multiservizi e Biosphera nella nuova società, ndr)”.Così, venerdì mattina ecco il sit-in. A sostenere la protesta, oltre a Cobas-Codir e Fisascat-Cisl, anche Cgil, Usb/Rdb, Sadirs, UGl e Alba.


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