Munnizza, dieci anni di lavori | per il centro che non apre i battenti - Live Sicilia

Munnizza, dieci anni di lavori | per il centro che non apre i battenti

In una città che da anni combatte contro l’emergenza rifiuti, che ha investito ingenti risorse nella raccolta differenziata porta a porta e che questa estate si è trovata sommersa dall’immondizia, c’è un centro per la selezione e la valorizzazione della differenziata i cui lavori continuano, tra varie interruzioni, da circa dieci anni. Accade a Palermo, e precisamente a Partanna Mondello, dove il centro, finanziato con i fondi del ministero dell’Ambiente nel 1999 e rifinanziato nel 2002 dal Cipe, per un totale di oltre cinque milioni di euro, non ha ancora aperto i battenti nonostante sia stato completato nel 2005 e possa trattare ogni anno quasi 15mila tonnellate di plastica e metalli e circa 30mila tonnellate di carta.

Una situazione incredibile, che negli anni è stata al centro di inchieste, proteste dei cittadini e interrogazioni a Sala delle Lapidi. Ma nonostante tutto ciò, la situazione non è cambiata anche se, a quanto dice l’Amia, potrebbe essere vicina una soluzione. A far tornare d’attualità il caso è stato il consigliere comunale Salvo Alotta (Pd), che insieme ai colleghi della III commissione ha visitato, la scorsa settimana, la struttura chiedendo conto e ragione all’Amia della mancata apertura della struttura. “Non si possono chiedere sacrifici e impegno ai cittadini e poi non far funzionare una struttura vitale per Palermo – ha detto Alotta – siamo di fronte a una vicenda incredibile, ancor più grave per una città come Palermo alle prese con l’emergenza rifiuti e una raccolta differenziata ancora a livelli bassissimi”.

Nel frattempo, il Comune è stato costretto a rivolgersi ad aziende esterne per il servizio di selezione della differenziata, per un importo che supera i tre milioni di euro. Gli intoppi sono stati i più svariati: dall’autorizzazione alla gestione arrivata solo a fine 2008 agli infiniti lavori di completamento, passando per la mancanza di alcune certificazioni. Già nel 2009 l’Amia assicurava di poter aprire a breve l’impianto, ma la situazione in realtà non è mai cambiata. Poi sono arrivati i commissari, che hanno riscontrato più di una criticità: la più clamorosa è rappresentata dallo scarso spazio per i camion, che avrebbero difficoltà a compiere le necessarie manovre. L’azienda ha anche provato ad affidare la gestione a privati, ma senza successo. All’appello manca ancora una autorizzazione e poi il collaudo finale: l’apertura dovrebbe avvenire entro il 2012. Intoppi permettendo.


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