Una bara bianca che, per oltre un mese, resta dentro un magazzino. Non una storia orrida, nè tantomeno un giallo, quanto la routine da cimiteri saturi. Il fatto è accaduto a Sciacca, nell’Agrigentino, nell’agosto appena passato. Francesca ha dodici anni e muore per cause naturali: una brutta malattia l’ha strappata ai genitori. Una famiglia umile, quella di Francesca, che vive nel grosso centro marinaro e che subisce il dramma della perdita con dignità. Non hanno i soldi per permettersi una tomba di famiglia e, dopo la cerimonia funebre, una volta al cimitero, si trovano di fronte a una verità indigesta. Per la loro piccola non c’è posto. Il cimitero è troppo pieno e non vi sono loculi per le nuove sepolture. Alle lacrime del dolore si aggiungono, nei genitori, quelle di amarezza per una realtà inaccettabile. Francesca – come la ricordano a Sciacca – negli ultimi mesi di vita ha sofferto, strappata anzitempo alla sua infanzia. Una volta morta, ancora, non trova la pace che merita.
La prima soluzione, paventata dagli amministratori locali, è stata quella di requisire alcune tombe gentilizie di confraternite locali, così da garantire una sistemazione, almeno provvisoria, alla salma della piccola. Una soluzione che, però, non è piaciuta ai genitori di Francesca. Una sepoltura “a tempo”, infatti, significherebbe una ritumulazione della salma, una volta trovata la tomba definitiva. Un altro dolore per i familiari e un iter che, sicuramente, non rende sereno il ricordo della piccola defunta. Così Francesca rimane ancora per giorni dentro il magazzino del cimitero comunale. Lei, minuscola nella sua bara bianca, si porta addosso non solo il destino che la vita le ha riservato, ma anche una delle tante beffe della morte. Una soluzione, però – notizia dell’ultimora – sembra essere arrivata. Gianfranco Vecchio, assessore comunale alla Solidarietà sociale, ha garantito: “Francesca è stata appena seppellita in una tomba tutta sua, dove potrà riposare serena, da ora e per sempre”. Nel cimitero di Sciacca, infatti, sono in realizzazione oltre 140 loculi, che serviranno a tamponare un’emergenza che era nell’aria da tempo. Un’accelerazione nei tempi di realizzazione di almeno uno di questi loculi ha garantito la sepoltura della piccola.
Una storia di ordinaria vita, di ordinaria fine, in una società che ormai ha reso normali i morti senza tomba, i poveri, che spesso non hanno accesso al minimo che gli spetta. Un’emergenza che ne denuncia una più ampia. Sciacca non è l’unico caso di cimitero troppo pieno, anche in altri paesi dell’Agrigentino, soprattutto nella zona montana, si registra la medesima urgenza. Nello stesso capoluogo, una manciata di anni fa, si dovette costruire un nuovo cimitero, Piano Gatta – criticato per la collocazione, estremamente decentrata rispetto al centro a bitato, al punto che finì per essere definito “il cimitero dei minori”. Nella terra di Pirandello anche il riposo eterno della morte, diventa un paradosso, quello di chi non può permettersi neppure questo estremo “regalo” dalla vita.