Musumeci rifletta | sull'offerta M5S - Live Sicilia

Musumeci rifletta | sull’offerta M5S

La mano tesa di Cancelleri.

Semaforo Russo
di
4 min di lettura

“Con me nessun ribaltone”, parola di Nello Musumeci. Ma a cosa si riferiva precisamente il governatore siciliano nella conferenza stampa di venerdì 7 dicembre? Andiamo indietro di qualche giorno e riprendiamo una dichiarazione decisamente inaspettata di Giancarlo Cancelleri, leader siciliano del Movimento 5stelle: “Presidente sbarazzati delle tue zavorre”, vieni e “porta un foglio bianco e un paio di penne” per “scrivere insieme un mini-contratto” per “salvare il tuo governo”, ma, “soprattutto, il futuro della nostra terra”.

Un appello in piena regola rivolto a Musumeci all’apparenza strampalato secondo la logica “ordinaria” della contrapposizione tra maggioranza e minoranza (ha ancora senso nel costante gioco degli accordi sotterranei e in una terra martoriata che esigerebbe uno sforzo comune di rinascita e di riscatto?), tra chi governa per volontà degli elettori e chi, indirettamente sempre per volontà degli elettori, sta all’opposizione. Cancelleri invita Musumeci a liberarsi “dei vecchi scarponi e delle vecchie logiche: alleggerisciti del peso degli impresentabili e dei ‘poltronari’ “. Insomma, un’esplicita apertura di credito e un invito diretto a essere il regista di un “ribaltone” tra i più sorprendenti finora visti.

Sembra, simpaticamente, un’uscita di senno o magari non lo è se andiamo con pazienza a rileggere – probabilmente la radice della sortita di Cancelleri – quanto affermato poco prima dallo stesso Musumeci dopo un momento agitato vissuto all’Ars per colpa dei “suoi”: “Non so cosa sia la maggioranza, questo governo dal primo giorno non ha maggioranza parlamentare…non mi occupo della condotta dei deputati né di quelli della coalizione né di quelli dell’opposizione, non è compito mio, ma di altri perché non mi occupo della geografia politica e perché sono convinto che un deputato all’opposizione possa votare un provvedimento del governo con la stessa responsabilità di un deputato della coalizione”.

Un vertice di maggioranza? “Serve quando ci sono le maggioranze, quando non ci sono serve il senso di responsabilità singolo e collettivo…”. Frasi dure e piuttosto chiare da rendere perfettamente coerente, per nulla stravagante, la mano d’aiuto tesagli da Cancelleri. Musumeci, nella conferenza stampa sopra citata, mostra ottimismo sul futuro della giunta regionale da lui diretta e, ad adiuvandum, snocciola i numeri positivi riguardanti la spesa di fondi comunitari e ordinari e rigetta ogni ipotesi di ribaltone.

Io andrei, suggerisco sommessamente, oltre la rituale difesa della coalizione di appartenenza, in particolare se questa mostra sovente nervosismo e se hai davanti ancora ben quattro anni di legislatura sul filo di lana, in bilico in ogni votazione su importanti provvedimenti di legge e con un’Assemblea abbastanza svogliata. Le riforme, indispensabili e in ritardo in Sicilia, si fanno con un ampio concorso di forze. Del resto, a parte le europee nella prossima primavera non vi sono appuntamenti elettorali di rilievo all’orizzonte da lasciare immaginare chissà quali retro-pensieri grillini come la richiesta di poltrone assessoriali, pretesa che apparirebbe questa sì strampalata e incoerente dopo aver stigmatizzato i “poltronari”.

In realtà, la Sicilia è stata varie volte teatro di subdoli patti tra maggioranza e opposizioni – abbastanza nota la stagione del cosiddetto “consociativismo” tra una certa DC e un certo PCI (post Piersanti Mattarella e Pio La Torre), ed è abbastanza vivo nella memoria il voltafaccia del PD che decise di saltare il fosso offrendo il suo sostegno all’avversario Raffaele Lombardo, un sostegno voluto dal duo Lumia/Cracolici ma poi unitariamente spinto da quegli stessi capi-corrente oggi vestiti da rinnovatori e divisi a Roma e a Palermo nella scelta del prossimo segretario nazionale e siciliano di un partito ridotto alla frutta.

Nell’invito di Cancelleri pare esserci qualcosa di diverso. Innanzitutto, siamo alla luce del sole, niente abbracci nel chiuso di una stanza o dinanzi a vino bianco ghiacciato e pesce fresco (è accaduto) a siglare patti politicamente scellerati finalizzati alla gestione del potere e, inoltre, lo ribadiamo, slegato da una imminente convenienza elettorale.

Cancelleri è il luogotenente di Luigi Di Maio al di qua dello Stretto e seguace disciplinato dell’esecutivo nazionale giallo/verde in cui i pentastellati sono in evidente affanno nella quotidiana sfida con un “estraneo” Matteo Salvini lanciato in alto dai sondaggi. Potrebbe, quindi, limitarsi a una opposizione dura e senza sconti evitando la brutta rogna di prendere decisioni “governative” in un contesto assai drammatico sotto ogni profilo, economico, finanziario e sociale.

Eppure, all’improvviso, tende la mano. In effetti, se abbiamo la pazienza di tornare a dare un’occhiata al vasto programma elettorale di Musumeci rintracciabile su Internet – al netto dell’enfasi propagandistica di qualunque programma elettorale – ci domandiamo come sia possibile realizzare solo un terzo delle promesse ivi contenute con una compagine politica frastagliata e con una maggioranza quasi inesistente. Sarebbe già complicato in condizioni ottimali.

Pertanto, alla fine, considerando le condizioni tragiche in cui versa la Sicilia; considerando che ai siciliani più dell’inutile e spesso finta dialettica tra maggioranza e opposizioni interessa che le cose si facciano e in fretta, mentre i nostri figli emigrano; considerando gli ultimi sondaggi molto negativi sul governo regionale; considerando che quando i numeri sono risicati aumenta il potere ricattatorio delle singole forze politiche, addirittura di ogni singolo deputato regionale, non è forse il caso di riflettere seriamente sulla proposta Cancelleri per il bene della Sicilia? Lei che ne dice – melius re perpensa – onorevole presidente della Regione?

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