Quelli che… il fair-play solo a parole. Gilardino e Mutu costituiranno anche una delle coppie d’attacco più forti d’Europa, ma sono due furbastri come pochi nel campionato italiano. In certi frangenti hanno dimostrato d’essere la quintessenza della malafede. Chi tifa Palermo lo sa bene. Il ricordo dell’andata è piuttosto nitido: il tuffo in contemporanea di Gilardino e Dellafiore (adesso al Torino), il viola che ci arriva con il braccio e fa gol. E tutto cambia. E la storia della partita diventa una corsa, un inseguimento, un confrontarsi anche ad armi impari, con la certezza di avere subito un’ingiustizia. L’andata, mesi fa, si è consumata così. E alla fine dei novanta minuti gli appassionati rosanero hanno fatto i conti con la faccia da schiaffi di Gilardino, incapace anche di ammettere d’avere sbagliato. Da un attaccante della nazionale è lecito attendersi comportamenti migliori.
Due anni fa Mutu aveva aperto le danze, ancora allo stadio Barbera: con Guana sfracellato a terra e una difesa rosanero praticamente ferma – in attesa che il gioco fosse fermato spontaneamente dai calciatori o d’autorità dall’arbitro, sarebbe sempre meglio – d’era messo a fare ghirigori e dribbling prima di segnare. Quella volta però il Palermo, anche senza il suo allenatore Guidolin (allontanato dall’arbitro), non era affondato. Cavani, ragazzino appena arrivato dall’Uruguay, s’invento una conclusione favolosa e batté Frey. Di recente, contro il Chievo, Mutu si è ripetuto, segnando un altro gol con un avversario a terra. Mesi fa, dopo la gara d’andata fra Palermo e Fiorentina, il presidente rosanero Zamparini – certo non uno immune da difetti o errori – aveva definito Della Valle e Prandelli cattivi maestri.
Perché il club viola che a più riprese propone stadi senza barriere e ha dato il via al “terzo tempo” spesso non traduce in campo la sportività di cui vorrebbe essere paladino. È difficile prendere lezioni di sportività da chi per tornare in serie A, grazie a Carraro, ha fatto un “salto carpiato” dalla C-2 alla B per “meriti sportivi”; è difficile prendere lezioni da chi, tornato nel salotto buono del calcio italiano, ha dato il suo contributo alla stagione di Calciopoli, con una presunta responsabilità in illeciti sportivi che alla fine è costata “solo” una penalizzazione di 15 punti.
Partecipa al dibattito: commenta questo articolo