Mutuo, sì della commissione Salute | Riunione fiume Baccei-deputati - Live Sicilia

Mutuo, sì della commissione Salute | Riunione fiume Baccei-deputati

All'Ars arriva il primo parere favorevole al mega prestito da due miliardi. La palla passa alla commissione bilancio. Da stamattina discussione in corso tra l'assessore all'Economia, il presidente Dina e altri parlamentari. Crocetta a Roma incontra Delrio.

Palazzo dei Normanni
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PALERMO – Arriva il primo “sì” al mutuo da due miliardi con il quale il governo regionale intende sanare i debiti nei confronti delle aziende sanitarie. Un via libera, a dire il vero, quasi scontato, visto che arriva proprio dalla commissione Salute all’Ars, presieduta dal deputato Pd Pippo Digiacomo e alla presenza dell’assessore Lucia Borsellino.

Quel mutuo, insomma, per i deputati è un “male necessario”. Ma deve rappresentare, anche, stando alle parole di Digiacomo “un tassello nel quadro dei nuovi rapporti da mettere in piedi tra la Sicilia e Roma”. In particolare, secondo Digiacomo, il mutuo dovrà rappresentare un segnale al governo nazionale per rimettere in discussione alcuni temi-chiave: “Penso alle modifiche dell’articolo 36 dello Statuto ma anche e soprattutto alla compartecipazione finanziaria, che al momento vede la Sicilia mettere ‘di tasca propria’ la metà dello stanziamento complessivo”. L’obiettivo massimo sarebbe quello di riportare la quota di compartecipazione dal 49% attuale al 42%, quota che spettava alla Sicilia fino a pochi anni fa. In “soldoni” si tratterebbe di un risparmio di circa 600 milioni di euro l’anno per le casse regionali.

Soldi utili anche per coprire le rate e gli interessi dei mutui (non solo l’ultimo, ma anche il “salvaimprese” approvato un anno fa), scongiurando così il mantenimento per trent’anni dei valori massimo di Irpef e Irap. A dire il vero, proprio in questi minuti è in corso una riunione in commissione bilancio. Inizialmente presenti l’assessore all’Economia Alessandro Baccei, il presidente della Commissione Nino Dina, il ragioniere generale Giovanni Bologna, il dirigente generale del dipartimento Pianificazione strategica dell’assessorato alla Salute Salvatore Sammartano. Nel corso della riunione si sono aggiunti deputati di maggioranza e opposizione. Si starebbe lavorando, pare, a una sorta di “clausola di salvaguardia”. Una “mossa” concertata già ieri durante il vertice di maggioranza e che renderebbe politicamente più digeribile il mega-mutuo. In pratica, si metterebbe nero su bianco che il pagamento di rate e interessi (ammontano a oltre 100 milioni l’anno), dal 2016 debba essere affidato a risorse da reperire in bilancio. Sostanzialmente tagli alle spese.

Un tema rilanciato anche nella prima “sosta” di oggi del mutuo, in commissione Sanità. “Abbiamo chiesto a Baccei che si affermi un principio, da oggi in poi – ha detto Digiacomo – il percorso virtuoso portato avanti nel settore della Sanità, deve adesso essere compiuto anche nella parte del bilancio ‘non sanitario’. Nella Sanità abbiamo ripianato un buco da un miliardo, obbligandoci a seguire un binario non semplice. Ma ci siamo riusciti. Adesso tocca agli altri settori”.

Ed è, pare, uno dei temi che il presidente della Regione toccherà durante l’incontro col sottosegretario Graziano Delrio oggi a Roma: riforme strutturali che riguarderanno soprattutto la pubblica amministrazione. Tra gli interventi previsti, da inserire in finanziaria, il ricorso ai prepensionamenti tramite il regime ‘pre-Fornero’, il dimezzamento delle postazioni dirigenziali, l’abolizione della clausola di salvaguardia dei dirigenti regionali e il tentativo di spostare sul Fondo sociale europeo parte della spesa destinata fino a oggi al comparto forestale, un po’ come è accaduto durante il governo Lombardo col settore della Formazione.

A quel punto, però, la Sicilia dovrà battere i pugni. Una necessità emersa anche nel dibattito di ieri in Aula sulle trivelle e rilanciata soprattutto dal presidente Ardizzone: senza una modifica dell’articolo 36 dello Statuto, le imposte di produzione non andranno alla Regione siciliana. E quei soldi servono, eccome. Nel bilancio il buco sarebbe enorme. Un miliardo. Frutto di una errata previsione delle entrate.


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