CORLEONE – Il macabro racconto era vero. Il cadavere dell’anziano è stato trovato sepolto in campagna. Giaceva dentro una buca profonda non più di trentina di centimetri. Disagio sociale, miseria, solitudine. C’è tutto questo nell’incredibile storia il cui epilogo è stato scritto stamattina. I poliziotti del commissariato di Corleone hanno ritrovato il corpo di Antonino Cutrò, 87 anni, in contrada Piano di Corte, laddove la sua badante ha confessato e indicato di averlo seppellito. Per quasi due anni ha tenuto il segreto per continuare a incassare la pensione. Ieri è crollata. Ha chiamato un legale e ha raccontato la macabra storia. È stato l’avvocato Antonino Di Lorenzo ad avvertire subito la polizia. La vicenda è passata in mano alla Procura di Termini Imerese che dovrà valutare la posizione della donna. Nel frattempo, per decisione della Procura, sarà effettuata l’autopsia sul corpo per accertare le reali cause della morte di Cutrò e soltanto dopo verrà data una degna sepoltura al cadavere. C’è, infatti, una concomitanza sospetta. I polziotti, ieri pomeriggio, avvertiti da qualcuno che aveva finalmente notato l’assenza dell’anziano, erano andati a bussare alla porta della donna. Che si era giustificata, dicendo che l’uomo non abitava più con lei.
Vent’anni fa l’uomo, che tutti chiamavano lo zio Ciccio, si trasferisce da Bivona, nell’agrigentino, a Corleone. E conosce Maria Antonietta Di Mattia, di trentasette anni più giovane di lui. È una ragazza che si prende cura di diversi anziani del paese in provincia di Palermo. Vive una condizione economica disagiata e si dà da fare. Alla fine l’uomo si trasferisce nell’abitazione di lei, in una casa popolare.
La vita scorre normale per vent’anni. Nel novembre 2012 accade quello che la donna solo ieri ha trovato la forza di raccontare. Era rientrata in casa e aveva trovato l’uomo, all’epoca ottantacinquenne, morto. Una morte naturale, assicura lei. A quel punto ha messo in atto il suo lucido piano. Ha nascosto il corpo dentro un grosso sacco della spazzatura. Lo ha caricato in macchina e trasportato per due chilometri, fino al luogo in cui lo ha sepolto. Si tratta di un piccolo terreno di sua proprietà. Da allora ha incassato la pensione sociale dell’anziano erogata regolarmente dall’Inps.
Al penalista la donna ieri ha raccontato il dramma per un peso divenuto insopportabile. Si è sentita di fronte a un bivio: togliersi la vita o raccontare tutto. E ha scelto l’avvocato Di Lorenzo per definirsi “pentita di ciò che ho fatto e pronta a restituire il denaro”. Il legale ha contattato il commissariato di polizia. Oggi preferisce mantenere il riserbo sulla vicenda, visto che è stata giustamente coinvolta la Procura di Termini Imerese e ci sono indagini in corso. Si limita a dire che “si tratta di una storia sconvolgente che fa emergere l’esistenza di un forte degrado sociale”. E trova nella confessione della donna “una chiave, l’univa, di lettura positiva in una terra dove in passato la denuncia, qualunque essa fosse, era impensabile”.
Resta il dramma della solitudine. Di un anziano morto da quasi due anni e che nessuno, pare avesse dei parenti, dal novembre 2012 ha mai cercato.