Le nuove rotte della droga| Sequestro d'urgenza della nave - Live Sicilia

Le nuove rotte della droga| Sequestro d’urgenza della nave

La nave Remus

Novità nel caso Remus. Tracce di cocaina a bordo.

PALERMO – La nave della droga finisce sotto sequestro. Un sequestro preventivo e d’urgenza disposto dalla Procura della Repubblica e convalidato dal giudice per le indagini preliminari Marco Gaeta.

“È verosimile che la nave Remus – si legge nel provvedimento – sia stabilmente dedicata allo svolgimento di attività di trasporto in mare di sostanze stupefacenti”. La nave è stata bloccata al porto di Palermo nei primi giorni di agosto. Riconducibile all’armatore italiano Luciano Camporesi, che allo stato non risulta indagato, la Remus era partita da Las Palmas (Gran Canaria) ed era diretta a Tuzia (Turchia), via Alessandria (Egitto). A bordo c’erano undici membri dell’equipaggio, tutti montenegrini e tutti arrestati, e venti tonnellate di hashish per un valore di cento milioni di euro. Sotto osservazione ci sono alcuni messaggi partiti dal telefono di Camporesi verso quello del capitano: dimostrerebbero che l’armatore era al corrente degli insoliti movimenti della nave che avrebbe fatto delle manovre per evitare di essere intercettata.

Spagna, Stati Uniti, Portogallo e Montenegro avevano già sollevato forti sospetti sulla nave di cui non si conosce l’impiego commerciale. Pare che la tappa a Las Palmas sia stata giustificata per trattare l’acquisto di un’altra nave, la Blubird, di cui però non c’è traccia. A questo vanno aggiunti altri particolari: in plancia c’era un comando che consente l’allagamento delle cisterne di gasolio (secondo l’accusa, per occultare la droga), e un macchinario, lo sniffer, in dotazione ai finanzieri del Nucleo di polizia economica e finanziaria di Palermo, ha rilevato tracce di cocaina sulla nave. Forse sono tracce di un precedente carico. Da qui il sequestro della nave.

“Proporremo comunque impugnazione dei sequestri della nave al Tribunale del riesame di Palermo”, spiega il legale di Camporesi, l’avvocato Gioacchino Genchi. Nel frattempo sta svolgendo indagini difensive per “dimostrare l’assoluta estraneità della Compagnia proprietaria della nave e dell’armatore al trasporto dello stupefacente rinvenuto nella nave”.

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