aziende revisori e sindaci "responsabili": la bacchettata del Comune

Nelle aziende revisori e sindaci ‘responsabili’: bacchettata del Comune

La nota della Ragioneria generale

PALERMO – I collegi sindacali e le società di revisione delle partecipate del comune di Palermo devono vigilare sui conti e sulle scelte delle ex municipalizzate, visto che perfino le dimissioni non li “esonero da responsabilità”.

Il monito è contenuto in una nota della Ragioneria generale di Palazzo delle Aquile inviata al sindaco Roberto Lagalla, a mezza giunta, al consiglio comunale e a vari dirigenti. Una missiva di appena tre pagine che però suona come una bacchettata in piena regola.

La nota degli uffici

La lettera, firmata da Bohuslav Basile, ricorda che alcuni documenti predisposti dalle partecipate, per la loro delicatezza, hanno bisogno del via libera sia del proprio collegio sindacale che del soggetto esterno di revisione contabile.

Una circostanza che, in questi mesi, è finita al centro dello scontro politico visto che in Rap sia il collegio dei sindaci (che ha dovuto nominare un nuovo presidente dopo le dimissioni dell’uscente Dario Allegra) che la società di revisione non hanno espresso parere sul bilancio 2023. Una scelta che ha scatenato un putiferio, con tanto di dibattito in consiglio comunale in occasione del rendiconto.

E così la Ragioneria ha preso carta e penna per ricordare che “nel corso degli ultimi anni sono stati esaminati documenti rispetto ai quali il collegio sindacale e la società di revisione, pur essendovi tenuti, si sono mostrati recalcitranti al rilascio di relazioni o asseverazioni”.

La responsabilità dei controlli

Un mal costume che gli uffici di via Roma stigmatizzano, citando perfino un pronunciamento della Cassazione del 2019 in base al quale esiste un “nesso causale tra la condotta inerte dei sindaci e l’illecito perpetrato dagli amministratori”. In poche parole, l’omesso controllo è considerato una causa degli errori commessi poi dai cda.

Perfino l’essere stati tenuto all’oscuro di alcuni fatti e l’essere entrati in carica successivamente non li esonera da responsabilità, così come non lo fanno eventuali dimissioni “in quanto non integrano adeguata vigilanza sullo svolgimento dell’attività sociale”.

Una nota che suona come un invito, nemmeno troppo nascosto, all’amministrazione comunale a far rispettare le norme che impongono controlli serrati sull’operato delle aziende, su cui gli uffici di via Roma hanno acceso i riflettori.


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