Scontro Salvini-Giorgetti: il futuro dei parlamentari siciliani - Live Sicilia

Scontro Salvini-Giorgetti: il futuro dei parlamentari siciliani

Tra gli scenari, la possibile discesa in campo di Valeria Sudano quale candidata sindaca a Catania

La domanda è quale leghista siciliano resterà a Roma? Questo è infatti lo scenario nello scenario che nel silenzio sta facendo strada in quel di via Bellerio. Lo scontro a muso duro tra Matteo Salvini e l’attuale capo del Mise, Giancarlo Giorgetti, è soltanto una parte delle fibrillazioni che stanno mettendo a dura prova il cuore del Carroccio. La disputa tra la cosiddetta ala sovranista e il gruppo governista dice tanto, ma non tutto, sugli umori in casa Lega. Più di altre volte, lo sguardo dei parlamentari – compresi quelli siciliani –  è rivolto ai sondaggi che dànno il partito alle spalle di Pd ed FdI con il 18%. 

Scricchiolano i numeri

Numeri assai distanti dalle percentuali delle scorse Europee, ma non troppo dai dati (allora straordinari) raccolti nel 2018, quando Matteo Salvini è stato incoronato leader del centrodestra. Il problema è che se il dato percentuale potrebbe far pensare a una sostanziale tenuta, è il numero dei seggi assoluti a far correre ai ripari.

Il taglio dei parlamentari cambia le carte in tavola e fa scricchiolare più di una poltrona. Secondo il calcolo di Repubblica, e stando gli attuali sondaggi, la Lega perderebbe circa 71 tra deputati e senatori. Un dettaglio che apre la strada a quella terza via interna che rischia di sfuggire dalla conta tra salviniani e giorgettiani. Tra i banchi di Montecitorio e Palazzo Madama circola insistentemente l’idea che sia stato l’ingresso nel governo Draghi ad aver determinato un’emorragia, a quanto pare, inarrestabile. Matteo Salvini, dopo aver serrato i ranghi nell’assemblea federali di ieri, punta a regolare i conti interni nell’assemblea di dicembre. 

Una crisi che parte dal Nord

Se la Lega ormai è un partito nazionale, anche le gioie e i dolori devono essere equamente divisi al Nord come al Sud. Stavolta però il Mezzogiorno potrebbe avere qualche carta in più da giocarsi, sebbene nessuno possa dirsi a riparo dalla tagliola. Numeri alla mano, la perdita dei consensi tocca oggi più le piazze storiche della Lega. Mentre a Sud, anche se non sfonda, Salvini punta a incassare percentuali più alte rispetto a quando ha inaugurato il nuovo corso sotto la linea gotica.

Al netto di ciò, quasi tutti i parlamentari siciliani avrebbero pronto un “piano b” in vista di Amministrative e Regionali per poi rivendicare la riconferma alle Politiche. “Siamo tutti a disposizione del partito”, ci dice in modalità off uno dei vertici della sezione siciliana del Carroccio. Il segretario regionale Nino Minardo, proveniente da FI, è stato già lanciato dal Matteo Salvini quale possibile candidato governatore del centrodestra al posto di Nello Musumeci. Ma da qui a quella data c’è ancora un anno e di acqua ne deve scorrere. Altra fiches sul tavolo è quella di Franscesco Scoma, anche lui entrato a Montecitorio dal versante azzurro. Per lui l’opzione sarebbe quella di essere candidato sindaco a Palermo. Vedremo.

Sammartino & Sudano

Un futuro in fascia tricolore lo potrebbe avere anche l’ex renziana Valeria Sudano. Lo stesso Salvini, intervistato da La Sicilia, non ha smentito questa ipotesi. Ma da qui al prossimo voto per Catania, fissato per il 2023 solo dopo le Regionali e le Politiche (a patto che si vada a scadenza naturale), può succedere di tutto. In mezzo c’è il ruolo dell’attuale inquilino di Palazzo degli Elefanti, il meloniano Salvo Pogliese, che potrebbe subire o uno stop giudiziario o essere chiamato ad altro incarico. Sicuramente c’è che il neo deputato Ars Luca Sammartino è chiamato a confermare la posizione a Palermo e tirare la volata a una lista che ha l’obbligo di superare lo sbarramento. Una scelta strategica che potrebbe aprire alla più che probabile candidatura a Roma di Anastasio Carrà (“primo sindaco leghista di Sicilia”) e forse di Fabio Cantarella. 

La conta

Il peloritano Antonino Germanà, deputato leghista ma eletto tra i berluscones, ha già dato la disponibilità a concorrere alle Regionale e verificare il proprio peso elettorale in provincia di Messina. Francesco Mollame di Partinico, eletto a Palazzo Madama a Trapani con il Movimento 5 stelle, mette nelle mani del segretario la propria forza politica.

Unico parlamentare siciliano eletto a Roma da leghista è Alessandro Pagano. Nisseno di area cattolica, sa di avere la ricandidatura in tasca. Prima però c’è da portare in dote la discesa in campo del delfino Oscar Aiello alle Regionali. L’obiettivo successivo, qualora vincesse il centrodestra, sarebbe quello di entrare nell’esecutivo da ministro per il Mezzogiorno. 


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