PALERMO – “In Sicilia sono a rischio i servizi essenziali. Fa bene il governo regionale a battere i pugni sul tavolo nazionale e la cosa deve essere gestita per chiudere questa vicenda con l’intervento dello Stato. Per farlo Schifani avrà il nostro supporto e quello di tutti i siciliani”. Nessuna opposizione per fronteggiare l’emergenza bilancio. Nuccio Di Paola, uno dei punti di riferimento del M5S all’Ars, tende la mano al governo regionale sulla strategia di salvataggio delle casse. Una strategia che passa dall’intervento chiesto al Governo Meloni da Schifani, durante l’incontro con il ministro Giorgetti. La situazione è complessa, il tempo stringe e le opposizioni hanno fortemente criticato la legge “Salva Sicilia” auspicata dalla maggioranza. Di Paola, fermamente dall’altra parte della barricata, rispetto alla maggioranza, non ha dubbi: la legge serve e la supporteremo tutti. L’intervista
Partiamo dalla manovrina recentemente approvata
“Era roba di poco conto, la maggior parte dei milioni di euro sono andati nei fondi contenziosi, non so a cosa possa interessare ai siciliani. Era una richiesta della Corte dei Conti e hanno aumentato questi fondi. Sono passati a 120milioni circa. Purtroppo la Regione non ha una banca dati che possa ottimizzare i contenziosi.
In ogni caso la maggioranza ha conquistato un obiettivo
“Sì, doveva essere fatta prima, ma dovrà essere fatta una ulteriore manovra. Devo dare atto che questa cosa è stata concretizzata”
Adesso c’è in ballo quella che Schifani chiama Salva Sicilia, una legge per coprire i buchi del passato
“Chiamiamola “Dignità ai siciliani” e non “Salva Sicilia”. Quello che stiamo vivendo negli ultimi anni nasce dal disavanzo arretrato ed è difficile spiegarlo anche agli addetti ai lavori. La Sicilia ha svariati milioni di buco. Succede che questo disavanzo i siciliani dovevano pagarlo nel 2019 entro tre anni, perché in teoria dicevano che fosse stato creato da alcune generazioni, parliamo di circa un miliardo. Se lo pagassimo in tre anni, si bloccherebbe il bilancio, non riusciremmo a garantire i servizi minimi. Nel 2019 lo Stato ha dato la possibilità di spalmarlo in 10 anni”.
E la Corte dei Conti lo ha contestato
“Sì, perché sarebbe stata concessa successivamente alla legge di bilancio. Lo Stato l’ha concesso successivamente. Noi eravamo costretti a farlo, il bilancio, anni prima, funzionava riempiendo i capitoli nei primi 7 mesi dell’anno e poi si lasciavano a zero nei mesi successivi”.
In pratica ogni anno si creava un buco
“Esatto, quando parliamo di finanza creativa, parliamo di quello che accadeva in Sicilia”.
La sua visione politica, nella soluzione di questo problema comune, non è distante dalla maggioranza
“I siciliani non ne hanno colpe, perché devono pagare il conto in servizi, anche in livelli di assistenza minima, che sarebbero più bassi rispetto alle altre regioni. La Sicilia deve chiedere conto allo Stato, perché abbiamo dei crediti e non il contrario e quindi è giusto, in questa fase, cercare di superare questo handicap finanziario che ha la Regione Sicilia e proiettarci verso il futuro”.
Quale sarebbe la soluzione?
“Cancellare questo debito, oppure una sua buona parte. Non ha senso che i siciliani debbano privarsi di 400milioni di euro l’anno”.
C’è il problema che nessuno riesce a moltiplicare il pane e i pesci, i soldi chi dovrebbe metterli?
“Li deve mettere lo Stato, perché la Sicilia è a credito con lo Stato, non lo dice solo Nuccio Di Paola, lo dicono tantissimi siciliani. Se il governo regionale mira a questa soluzione avrà il supporto di tutti i siciliani”.
Anche perché, andando a memoria, questa operazione di riconoscimento dei debiti nasce grazie a Crocetta e si tratta di debiti risalenti nel tempo
Mi sembra di sì, non possiamo bloccare la Sicilia perché qualcuno ha armonizzato i conti. Noi rischiamo di lasciare debiti ai nostri figli. Nascere in Sicilia sarà molto più difficile rispetto a chi nascerà in Toscana”.
In pratica, per spiegarlo ai cittadini, le poste all’attivo in Sicilia erano sempre gonfiate, i residui attivi. Adesso la patata bollente è arrivata al governo Schifani e quindi ai siciliani
“Ma non solo, perché abbiamo già gestito a fine legislatura questa cosa e arrivò la doccia fredda. Io posso fare opposizione quando voglio, avere una Regione in cui non possono essere erogati i servizi ai disabili, a me non sta bene. Posso attaccare quando voglio il governo regionale, ma c’è un discorso che ha la precedenza. Non possiamo solo fare quadrare i conti che nel passato sono stati gonfiati. Adesso dobbiamo pensare ai fondi che la Regione può avere. Fa bene il governo regionale a battere i pugni sul tavolo nazionale e la cosa deve essere gestita per chiudere questa vicenda con lo Stato”.
Il suo messaggio a Schifani
“Oggi lui ha l’opportunità, con un governo di centrodestra nazionale e regionale, di risolvere questa vicenda e avrà il supporto di tutti i siciliani. Poi attenzione, la gestione dei conti in questo modo ha vari colori politici, oggi c’è un bene maggiore che è quello della Sicilia e dei siciliani, che il presidente Schifani deve poter garantire”.
Ci sarà poi il tempo per le altre questioni politiche
“Ho visto anche Cateno de Luca che ha fatto quegli attacchi, non è questa la fase, rischiano di non avere i servizi minimi. Il governo si è insediato da poco e deve intervenire su questa emergenza enorme. Noi tifiamo per la Sicilia che deve salvarsi finanziariamente, poi sulle altre questioni continueremo a fare opposizione come sempre”.