PALERMO – Annuncia “barricate” sulla riforma urbanistica, “che è una sanatoria a tutti gli effetti”, e definisce “un braccio di ferro con Roma” la reintroduzione delle Province visto che la Delrio è ancora in piedi. Antonio De Luca, capogruppo del Movimento cinque stelle all’Ars, analizza l’avvio di 2024 a Sala d’Ercole e critica l’agenda che si sta formando: “Province, sanatoria e salva-ineleggibili sono le priorità del governo Schifani, così non ci siamo”, avverte. E sul fronte interno, il deputato messinese frena gli slanci di chi, come il deputati del Partito democratico, disegna un’alleanza a tre con Sud chiama nord anche fuori da Palazzo dei Normanni.
Partiamo da voi, Pd-M5s-Scn è l’alleanza per battere il centrodestra?
“Siamo a quattro anni dal voto: un tempo che in questo momento impedisce di formare coalizioni e, ancor meno, di individuare possibili leader. Al momento abbiamo creato un sodalizio e una linea di condotta importanti in aula, ma da qui a creare una coalizione…”.
Cosa manca per quella?
“Prima di tutto ci vuole chiarezza sui programmi e poi un passaggio fondamentale va fatto con i territori. Su certe decisioni bisogna interpellare la base. Le coalizioni si costruiscono su programmi e fini comuni che vanno dibattuti con l’elettorato”.
Opposizioni unite soltanto in aula quindi?
“Dialoghiamo ma servirà chiarezza sui punti di caduta. Sappiamo benissimo che da soli non si vince ma dobbiamo capire se possiamo stare insieme o se questo rappresenterebbe una forzatura”.
Dal Pd messinese voci contrarie all’alleanza con De Luca.
“Credo sia normale che a Messina ci siano sensibilità diverse rispetto ad altri territorie. Senza dubbio la riflessione e il dibattito vanno implementati. Siamo poi alla vigilia di un voto, quello per le Europee, che provocherà l’implosione del centrodestra e il rimescolamento delle carte”.
A proposito, ha seguito la conferenza stampa del governatore Schifani?
“Sì e ho avuto la netta sensazione che il presidente passi troppo tempo a Palazzo d’Orleans. Non viene in Parlamento ed evidentemente non va da nessuna altra parte. Non vive la realtà che vivono i siciliani”.
I numeri del bilancio però migliorano.
“Non lo metto in dubbio ma io registro quotidianamente le rimostranze di chi ha a che fare con una sanità piena di problemi e chi, nonostante le dichiarazioni del presidente, è costretto a trascorrere le vacanze lontano dai propri figli perché i biglietti aerei continuano a costare tantissimo”.
Il governatore ha annunciato nuovi interventi contro il caro-voli.
“Quando tutto questo sarà realtà saremo tutti felici ma ad oggi non è così. Maggiori entrate in bilancio? Bene, ma ci siamo accorti dell’aumento dell’inflazione e dei prezzi? I siciliani continuano a soffrire e queste maggiori entrate sono frutto anche di quelle iniezioni di ‘economia’ date dal bonus 110% e dal reddito di cittadinanza, due misure che nei prossimi anni non ci saranno”.
Sostiene che a Palazzo d’Orleans abbiano cantato vittoria troppo presto?
“Dico solo che i bilanci, è vero, sono più in ordine ma starei attento a dire ‘più soldi’. Ricordo che in tante misure nell’ultima manovra non è stato possibile programmare la triennalità degli interventi per via di una contrazione, annunciata dallo stesso Falcone (assessore all’Economia, ndr) sulle entrate del 2025”.
Schifani ha auspicato il prosieguo del dialogo con le opposizioni, ora all’Ars si riparte dalle Province.
“Spingere, come sta facendo il governo regionale, su questa riforma senza che Roma abbia cancellato la Delrio è una forzatura. Un guanto di sfida al governo nazionale e a Fratelli d’Italia, un braccio di ferro pericoloso”.
C’è poi la riforma urbanistica con una norma contestata dalle opposizioni e difesa da centrodestra.
“Quella è una sanatoria a tutti gli effetti ed è anche uno sfregio all’ambiente e alla sicurezza. Mi chiedo quale sia stata l’esigenza che ha spinto la maggioranza a proporre una norma a fronte di una situazione che va avanti da 40 anni. La Sicilia ha bisogno di infrastrutture e di lotta al dissesto idrogeologico, mentre loro propongono una sanatoria. Faremo le barricate”.
E infine la salva-ineleggibili.
“La dimostrazione che la maggioranza è spaccata e che ogni tentativo di trovare un equilibrio al loro interno finisce per generare altri problemi. Non abbiamo ancora un testo finale, ma in ogni caso sono convinto che non si possano cambiare le regole del gioco in corsa”.