Nomina manager Asp Palermo, lettera deputati M5s a Schifani

Nomina manager dell’Asp di Palermo, lettera dei deputati M5s a Schifani

"Non pare che Firenze abbia la necessaria esperienza gestionale e strategica"

PALERMO – Per i parlamentari M5s all’Ars Angelo Cambiano e Lidia Adorno la nomina di Alberto Firenze a dirigente generale dell’Asp di Palermo “solleva più di una legittima perplessità, soprattutto alla luce della complessità e delle dimensioni di un ente che rappresenta una delle realtà sanitarie più articolate e impegnative dell’intera regione”.

In una lettera al presidente della Regione Renato Schifani, all’assessore alla Salute Daniela Faraoni e al presidente della commissione Affari istituzionali Ignazio Abbate, Cambiano e Adorno sottolineano che l’assenza del numero legale in commissione, chiamata a esprimere parere sulla nomina di Firenze, “non può essere liquidata come un semplice incidente procedurale, ma rappresenta un chiaro segnale politico della delicatezza della decisione da assumere e del clima di incertezza che avvolge l’intera vicenda”.

La mancanza di esperienza

“Non si tratta di mettere in dubbio la competenza professionale di Firenze – scrivono Cambiano e Adorno, entrambi componenti della commissione dell’Ars – ma di comprendere se la sua esperienza, maturata prevalentemente in ambito ospedaliero e accademico, sia adeguata a un incarico che implica una visione territoriale ampia, un dialogo costante con i sindaci, con il terzo settore, con i distretti e con i cittadini: in buona sostanza, una dimensione manageriale a tutto tondo”.

Nel documento viene ricordato che l’Asp di Palermo “non è una struttura qualunque, copre un territorio di 82 comuni con oltre 1,2 milioni di abitanti, gestisce un bilancio di 2,5 miliardi di euro, con oltre 5.200 dipendenti e una rete articolata di presidi sanitari: 6 ospedali, 46 ambulatori, 36 case di comunità, 12 centrali operative territoriali e 10 ospedali di comunità”.

L’analisi del profilo curriculare

“Nell’analisi del profilo curriculare in questione – prosegue la lettera – non pare possa riscontrarsi la necessaria esperienza gestionale e strategica di direzione di strutture complesse distrettuali, dipartimentali o di grandi servizi territoriali. Non risulta inoltre alcuna esperienza nella gestione dell’integrazione ospedale-territorio e dei servizi socioassistenziali territoriali. La politica ha il dovere di fare delle scelte, ma quando si parla di salute non ci si può permettere che quelle assunte rispondano a logiche di mera compensazione politica”.


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