PALERMO – Due scenari per un puzzle non del tutto ricomposto. Le nomine nella sanità siciliana continuano ad agitare gli umori del centrodestra, che prova a trovare una via d’uscita al caso che ha dato vita a uno dei momenti di tensione più forti tra il governatore Renato Schifani e gli alleati di Fratelli d’Italia: la conferma di Salvatore Iacolino al dipartimento Pianificazione strategica a discapito della domanda presentata dal dirigente generale Mario La Rocca. Le due possibili vie d’uscita alla situazione chiamano in causa i policlinici di Messina e Palermo.
Nomine nella sanità, i due possibili scenari
I giorni si susseguono e così anche le voci sulla ricomposizione di un quadro nel quale i partiti giocano le loro carte. Il punto fermo di tutti i possibili scenari sembra rappresentato dalla nomina di Alberto Firenze all’Asp di Palermo. Sull’ex commissario Covid di Messina, sostenuto apertamente dalla deputazione di Forza Italia, c’è anche il via libera da parte di FdI.

La prima opzione, Iacolino al Policlinico di Messina
Il nodo resta il futuro di Iacolino, che al momento ha ricevuto una proroga tecnica per la guida del dipartimento Pianificazione strategica. Gli ultimi boatos della politica danno il supermanager esterno come possibile nuova guida del Policlinico ‘Gaetano Martino’ di Messina, dove l’attuale dg Giorgio Giulio Santonocito (vicino alla Lega) ha preso sulle proprie spalle anche il ruolo di commissario del Policlinico ‘Rodolico-San Marco’ di Catania. A questo punto l’unica casella vacante resterebbe quella più ambita della Pianificazione strategica, per la quale il governo potrebbe decidere di imbastire un nuovo interpello.
La seconda opzione, Iacolino al Policlinico di Palermo
Il secondo scenario, invece, inserisce tra le tessere del Tetris della sanità siciliana anche quella del Policlinico di Palermo. L’azienda universitaria è retta al momento da Maria Grazia Furnari, che potrebbe lasciare spazio a Iacolino e partecipare ad un eventuale nuovo avviso per la Pianificazione strategica. Anche sul nome di Furnari, che con il governo Musumeci fu chiamata a gestire la programmazione regionale della rete ospedaliera, ci sarebbe il gradimento di Fratelli d’Italia.

In entrambi i casi per Iacolino si aprirebbero le porte di una azienda sanitaria importante. L’unico ostacolo potrebbe essere rappresentato da un comma contenuto nel decreto legislativo 39 del 2013. La norma vieta di nominare direttore generale di un’azienda sanitaria chi, nei tre anni precedenti, abbia ricoperto “la carica di amministratore di ente pubblico o ente di diritto privato in controllo pubblico regionale che svolga funzioni di controllo, vigilanza o finanziamento del servizio sanitario regionale”.
Secondo una interpretazione diversa, tuttavia, la figura di capo dipartimento, non essendo espressamente citata all’interno del comma, non rappresenterebbe un ostacolo al nuovo incarico per Iacolino che però dovrà passare della ratifica della commissione Affari istituzionali dell’Ars.
La ratifica di Firenze di nuovo sul tavolo dell’Ars
La prima commissione di Palazzo dei Normanni, intanto, oggi, martedì 4 novembre, dovrebbe discutere della nomina di Firenze all’Asp di Palermo. L’ultima seduta è saltata per indisponibilità dell’assessora alla Salute Daniela Faraoni ma il tempo stringe e la dead-line oltre la quale scatterà il silenzio-assenso si avvicina.

