PALERMO – Franco Battiato si aggiunge all’ensemble cui sta lavorando Rosario Crocetta. Un’orchestra nella quale serviranno uomini-immagine, gente d’esperienza, facce vecchie e nuove. Ma la “rivoluzione” non passerà sopra la testa dei partiti. Il cantautore catanese ha detto sì. Domani, potrebbe essere il giorno buono per l’insediamento di Crocetta. Il giorno, insomma, nel quale le deleghe passeranno tutte nelle mani del nuovo governatore. Che poi provvederà a distribuirle. A chi? E con quali criteri?
Intanto, come detto, mischiando politici e “tecnici”(si può definire così l’autore di poesie come “La Cura”?). Insomma, Battiato, si aggiungerà alla già designata Lucia Borsellino. Il segno della continuità con l’ultimo assessore alla Salute Massimo Russo. Ma anche un chiaro riferimento, in quel cognome, a uno degli elementi fondanti l’esperienza politica e personale del nuovo presidente. Lo stesso “filone” dell’impegno legalitario e antimafia potrebbe portare alla designazione del vicequestore Antonio Malafarina. Sempre tra i “tecnici” pare più lontana l’idea di indicare Giancarlo Caselli, mentre molto più fondata quella che porta ad Alfredo Galasso.
Più complicato, invece, è il “tetris” degli assessori cosiddetti “politici”. Al Pd potrebbero toccarne quattro. Tanti quante le aree del partito comunque più grande, voti alla mano, della coalizione. Così, prende sempre più quota l’ipotesi di Beppe Lumia. Vero “big sponsor” della candidatura di Crocetta, potrebbe “bruciare” Antonello Cracolici, per il quale sembra tramontata l’ipotesi della presidenza dell’Ars. Un “testa a testa” anche nella corrente di Innovazioni. Francantonio Genovese, infatti, ha tutti i numeri per caldeggiare la presenza in giunta del cognato Franco Rinaldi, il più votato (con oltre 18 mila preferenze) all’ultima tornata elettorale. Ma a scalpitare è anche l’area occidentale della corrente, con Nino Papania che invece potrebbe indicare Baldo Gucciardi, considerato anche il fatto che a Genovese, nella scorsa legislatura, è spettato il compito di indicare uno degli assessori tecnici, Mario Centorrino. Insomma, questa volta “toccherebbe” a Papania. Nell’area Lupo-D’Antoni, tutto fa pensare che la scelta possa cadere sull’ex europarlamentare Luigi Cocilovo. Ma non è escluso che, all’ultimo momento, entri in gioco lo stesso Lupo, che però, in quel caso, dovrebbe dimettersi dal ruolo di segretario regionale a pochi mesi dalle elezioni politiche. Infine, ecco il capitolo dell’area “Crisafulli”, che ha portato all’Ars un solo deputato: Mario Alloro. Ma l’assessore di quell’area potrebbe non essere lui. Mirello Crisafulli, infatti, starebbe spingendo per Franco Piro, ex deputato ed assessore regionale, oltre che uno dei fondatori de La Rete. All’ultimo minuto, però, potrebbe entrare in corsa Bernardo Mattarella, al momento più orientato a correre per le politiche, in una posizione “garantita” nella lista Pd. Ma se dovesse cambiare la legge elettorale, col ritorno alle preferenze, tutto andrebbe ridiscusso. Ma al momento, l’ipotesi è remota.
L’Udc invece calerà almeno un tridente. Ai centristi, infatti, potrebbero andare due assessorati oltre alla presidenze dell’Ars. Un posto ambito e di grande responsabilità, quest’ultimo, di fronte a un’Assemblea che si presenterà assai spezzettata e instabile. Come dicevamo, i nomi ricorrenti sono tre: Lino Leanza, Giovanni Ardizzone e Nino Dina. Gli ultimi due hanno ricevuto il gradimento “preventivo” anche di pezzi dell’opposizione, a partire dal Cantiere popolare di Saverio Romano. Ma tra i due, è il deputato messinese, braccio destro di Gianpiero D’Alia, primo promotore dell’ipotesi-Crocetta, a essere più vicino alla poltrona più prestigiosa di Sala d’Ercole. In quel caso a Leanza e Dina spetterà un assessorato a testa. Assessorati che potrebbero anche diventare tre, nel caso in cui Crocetta optasse per un presidente dell’Ars dell’opposizione, nell’ottica di quel modello di “larghe intese” suggerito dalla mancanza di una vera maggioranza all’Ars. Da non escludere del tutto, la presenza di un terzo Udc in giunta, a prescindere dai destini dell’Assemblea. E in quel caso, si fa il nome del sindaco di Porto Empedocle Lillo Firetto.
A quel punto resterebbero libere due o tre poltrone. E qui a entrare in ballo potrebbero essere forze politiche rimaste fuori dall’Assemblea. L’Api di Rutelli e il Fli di Fini in prima linea. I rutelliani rivendicano un posto in giunta dopo la scelta di Crocetta di estrometterli dal listino, dove hanno trovato posto, ad esempio, esponenti socialisti. Anzi, nell’Api c’è chi parla addirittura di una sorta di accordo tra Crocetta e Rutelli sulla presenza in giunta di un esponente del partito. In quel caso, la corsa pare a tre: in lizza sarebbero l’ex sottosegretario Nuccio Cusumano, il coordinatore Bartolo Fazio e l’ex assessore regionale Beppe Spampinato. In quest’ultimo caso, però, proprio la recente esperienza nel governo Lombardo potrebbe compromettere la designazione, considerata la necessità più volte sbandierata da Crocetta di creare una “discontinuità” con l’esecutivo precedente.
Come detto, però, nella corsa agli assessorati c’è anche Fli. Un partito “sacrificatosi” alle ultime elezioni, e rimasto fuori dall’Ars, ma “utile” anche in una dimensione nazionale, a rinsaldare i rapporti tra i leader Casini e Fini. Il problema, però, in quel caso sarebbe costituito dal nome: se Aricò rappresenta infatti la continuità con Lombardo, il più vicino, da tempo, alle posizioni di Crocetta è Fabio Granata. Già assessore regionale, e anche lui in linea con il “dna” antimafia della nascente giunta. In questo risiko, potrebbe inserirsi ancora Nello Di Pasquale, capace di ottenere un ottimo risultato a Ragusa, nella lista Crocetta presidente. Per lui sarebbe pronto l’assessorato alle Risorse Agricole. Intanto, oggi è il giorno di Franco Battiato. Comincerà così, per la Sicilia, “La cura” di Rosario Crocetta.