Non una ma dieci capitali della cultura, asse Trapani-Cerveteri - Live Sicilia

Non una ma dieci capitali della cultura, asse Trapani-Cerveteri

La proposta per il 2022.

Non una ma dieci capitali della cultura per il 2022. E’ su questo che le dieci città italiane in lizza per essere proclamate capitale della cultura nel 2022, stanno lavorando. La proposta, affatto peregrina, parte dal Comune di Trapani che nei giorni scorsi ha partecipato, su sollecitazione del Comune di Cerveteri (che – come Trapani – è tra le dieci città finaliste per la Capitale Italiana della Cultura 2022) all’incontro tra Sindaci, Assessori e Tecnici delle città finaliste (Ancona, Bari, Cerveteri, Pieve di Soligo, Procida, Taranto, Trapani, Verbania, Volterra e L’Aquila) per valutare le strategie sistemiche da porre in essere , a maggior ragione, data la drammaticità della fase pandemica e la crisi profonda in cui versano il settore della cultura, del turismo e delle imprese creative rendono sempre più necessarie.

La proposta del Comune di Cerveteri prevede un patto tra le dieci città finaliste teso a sviluppare un itinerario unico che venga inserito come azione in tutti i dossier che le finaliste devono discutere in vista della selezione finale. L’esito di questo percorso è di avere comunque una sola Capitale Italiana della Cultura per il 2022. Il Comune di Trapani non solo ha dato la sua disponibilità al Patto proposto da Cerveteri ma ha rilanciato con una proposta che nasce dall’esigenza di trovare una risposta straordinaria a un momento e ad una sfida straordinaria: e cioè finanziare tutte e dieci le finaliste per avere 10 Capitali Italiane della Cultura nel 2022.

La strategia sarebbe compatibile con le risorse disponibili ed anche coerente con la visione che ha ispirato da sempre la scelta della Capitale Italiana della Cultura, vale a dire usare la cultura come leva per il rilancio dell’attrattività del Paese.

La proposta è quella di scommettere su una sorta di “Nazionale Italiana della Cultura”: le 10 città finaliste insieme al Ministero, tutti in campo come 11 giocatori titolari, forti di una “panchina” di tutte le precedenti Capitali della Cultura e le finaliste non selezionate nelle passate edizioni. Si tratta di un investimento che crea una serie di postazioni, dal Mediterraneo alle Alpi, in grado di prendere e rilanciare la palla per mettere a segno il goal più importante del Campionato del Futuro: la ripartenza, la re-immaginazione, il rilancio della destinazione Italia come Capitale del turismo culturale mondiale e un approccio sinergico alla valorizzazione della cultura come chiave per la ripresa e la resilienza post-Covid quale modello vincente e ispirato alla nuova agenda europea per la Cultura.

Ovviamente la procedura amministrativa dovrebbe essere approfondita, ferma restando la condivisione politica del Ministro e dunque del Governo. Ma l’idea è piaciuta a tutte le dieci città candidate al punto che si sta predisponendo un documento unitario da sottoporre al Ministero in occasione dell’ulteriore incontro del prossimo 9 dicembre.

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