PALERMO – I concorsi non sono ancora partiti. E chissà quando partiranno. La data fatidica del 30 novembre è infatti già trascorsa da un po’. Eppure l’assessore alla Salute Baldo Gucciardi era certo: “Entro la fine del mese partitanno le procedure concorsuali”. E invece nulla. Anzi, quei concorsi si allontanano sempre di più. Nel tempo certamente. “Siamo in ritardo di un paio di settimane – ha ammesso lo stesso assessore – ma andiamo avanti, quei concorsi sono necessari”. Anche alla luce della legge 161 del 2014 che, di fatto, recepisce una direttiva europea sui carichi di lavoro che rischia di rendere ingovernabili i reparti. “Quei concorsi – insiste appunto Gucciardi – sono fondamentali anche per questo motivo”.
Ma intanto, si procede piano. La consegna da parte delle Asp degli atti aziendali doveva essere compiuta tassativamente entro il 30 settembre. E così è stato. In un modo o nell’altro i manager sono riusciti a inviare i documenti all’assessorato che in qualche caso ha già solleato alcuni rilievi. Ma l’esame non si è concluso. “Non possiamo sottovalutare il fatto – ha detto Gucciardi – che nelle scorse settimane il governo è stato anche investito dal rimpasto. Un fatto che ovviamente ha fermato la macchina amministrativa e ha frenato le procedure che erano state avviate”. E così, la data annunciata da Gucciardi per l’avvio delle procedure concorsuali, il 30 novembre, è stata già superata. E tutto rischia di slittare almeno all’anno prossimo.
Anche perché adesso le aziende dovranno accogliere le osservazioni dell’assessorato sugli atti aziendali, in qualche caso giunte appena pochi giorni fa. Dovranno poi modificare le dotazioni organiche che a loro volta dovranno essere “calate” nel Piano della rete ospedaliera. Lo stesso, però, che era stato pesantemente censurato dal Ministero della Salute. “Ma a quei rilievi del ministero – precisa Gucciardi – abbiamo risposto punto per punto. Quello non sarà un problema”.
Ma sui concorsi incombono le parole dei magistrati della Corte dei conti, che in occasione di una audizione in Commissione bilancio all’Ars hanno lanciato un “monito – si legge nella relazione depositata a Palazzo dei Normanni – affinché ogni decisione di rilievo finanziario sia preventivamente concertata con i Tavoli di monitoraggio ministeriali, soprattutto quelle che riguardano le politiche assunzionali. Eventuali nuove ipotesi di assunzione della sanità – prosegue la Corte – deliberate al di fuori delle competenti sedi di negoziazione ed in assenza di reali e realistiche fonti di copertura della spesa, presenterebbero infatti, ad avviso della Corte, non solo profili di scarsa coerenza col vigente quadro normativo, ma, soprattuto porrebbero evidenti problematiche di sostenibilità finanziaria”.
“Quello della Corte – spiega però Gucciardi – è un richiamo ortodosso: le Asp che non sono in equilibrio finanziario non possono indire concorsi. Ma la legge 5 del 2009 prevede la decadenza immediata dei manager che non garantiranno quell’equilibrio. Comunque – precisa l’assessore – le assunzioni non prevedono lo sforamento dei tetti di spesa già disposti per le singole aziende. Io sto facendo tutto secondo logica e secondo le leggi vigenti. Il vero problema oggi della Sanità siciliana è la carenza di organico. Lavoro perché già da gennaio si possa partire con i concorsi”.
Insomma, c’è una nuova data. I concorsi slittano al 2016. Non a caso, l’assessorato ha già disposto la proroga dei contratti a tempo determinato per altri sei mesi. Così, come spiegato da Livesicilia e confermato dallo stesso assessore, le assunzioni si tradurranno in poche nuove immissioni in ruolo. Delle annunciate 4.500 assunzioni, un terzo riguarderà la stabilizzazione dei lavoratori a tempo determinato, un altro terzo sarà relativo alla mobilità (tra province siciliane e dalle altre Regioni d’Italia), l’ultima porzione corrisponderà alle assunzioni vere e proprie. Circa 80, al massimo cento nuove forze per ogni Azienda sanitaria. Ma per i concorsi, dati per “cosa fatta” da diversi manager delle Asp, bisognerà attendere almeno l’arrivo dell’anno nuovo.