PALERMO – La prima commissione dell’Ars ha espresso parere negativo su due dei tre nomi espressi dal governo per la guida di Riscossione Sicilia. Non si chiude positivamente quindi la travagliata vicenda della governance della partecipata che si occupa della riscossione dei tributi nell’Isola. La commissione Affari Istituzionali ha espresso parere contrario alle nomine di Massimo Giaconia e Gaetana Palermo, per via degli incarichi ricoperti presso i Comuni di Caltagirone ed Enna (di assessore e consigliere). Sette i voti contrari, cioè quelli dei parlamentari di opposizione (la minoranza in prima commissione è maggioranza): Lupo, Cracolici, Cancelleri, Pagana, Ciancio, Mangiacavallo, Fava. Sul presidente Vito Branca la maggioranza si è divisa, tra due voti favorevoli e tre astensioni, che si sono sommate a quelle delle opposizioni. Continua dunque lo stato di incertezza sul futuro della società. Che ha provocato in questi giorni le uscite allarmate dei sindacati dei lavoratori. Il primo consiglio di amministrazione nominato dal governo Musumeci, quello guidato dall’ex generale dalla Guardia di Finanza Domenico Achille, si dimise dopo pochi giorni, e da allora la società vive in assenza di governance.
“Assolutamente irresponsabile la scelta dell’opposizione di bocciare la possibilità che il governo proceda, a seguito della nomina del cda, alla liquidazione di Riscossione Sicilia, al fine di poter garantire il passaggio dei dipendenti all’Agenzia Nazionale – a dichiararlo è Vincenzo Figuccia deputato all’Ars e leader del Movimento cambiamo la Sicilia che prosegue – Considerato lo stallo in cui si trova l’ente è opportuno che il Governo ci aiuti a trovare una soluzione, magari modificando i componenti del cda. La sola approvazione della nomina del Presidente e la bocciatura invece della nomina dei componenti del cda, lascia Riscossione Sicilia nelle condizioni di un Ente monco e impantanato”.