Nuovo Codice della strada: "Senza controlli la strage continuerà"

Nuovo Codice della strada: “Senza controlli la strage continuerà”

La nota dell'associazione Vittime della strada: "Le istituzioni intensifichino i controlli"
L'INTERVENTO
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CATANIA – Sul nuovo Codice sulla sicurezza stradale, approvato un giorno fa, le associazioni Vittime della Strada e Sicilia Risvegli ringraziano l’onorevole Matteo Salvini. Come si legge in una nota del presidente Pietro Crisafulli, “Bene le nuove norme, ma senza controlli la strage sulle strade italiane non si fermerà”.

Nuovo Codice della strada, la nota

“Siamo molto contenti per il nuovo codice sulla sicurezza stradale – si legge nella nota di Pietro Crisafulli – ringraziamo l’onorevole Matteo Salvini per il suo impegno. Abbiamo accolto con soddisfazione le norme che riguardano l’ergastolo della patente e le maggiori restrizioni, tra cui quelle per chi utilizza il telefonino mentre guida. Purtroppo, però, riteniamo che queste norme, che in parte miglioreranno la situazione, non basteranno a evitare la strage quotidiana sulle strade d’Italia”.

Crisafulli aggiunge: “La nostra domanda è: chi controlla? Chi verifica i monopattini truccati, le strade dissestate, se i giovani si mettono alla guida dopo avere bevuto? Non è che va a finire come sempre in Italia, che prima si fa la legge e poi l’inganno? Chiediamo alle istituzioni di intensificare i controlli su tutte le strade del Paese, solo così si avrà la garanzia che le nuove norme vengano rispettate e, forse, si potrà cominciare a ridurre i morti”.

“I responsabili di omicidio stradale subito in carcere”

“Ribadiamo inoltre – prosegue Crisafulli – la nostra richiesta di giustizia per le vittime della strada. I responsabili di omicidio stradale devono andare immediatamente in carcere, un netto no al patteggiamento, dove tra l’altro le parti offese non possono interloquire magari cercando di smontare un ipotetico concorso di colpa inesistente come accaduto a mio figlio Mimmo di 25 anni papà di due bambini rimasto ucciso a Catania il 6 marzo del 2017, ed in cui la magistratura Italia ha chiuso il caso con una miserabile ed inesistente condanna a 5 mesi e 10 giorni con la condizionale addirittura con la non menzione, ed in cui nei prossimi mesi la Corte Europea di Strasburgo dovrebbe decidere il caso. Chi sbaglia deve pagare, le pene devono essere certe, soprattutto quando dall’altro lato della medaglia ci sono intere famiglie che hanno perso un loro caro e sono condannate a scontare un ergastolo di dolore come il sottoscritto”.


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