PALERMO – Muro di cinta rimesso a nuovo, vigilanza armata 24 ore su 24, giardino ripulito, sterpaglie eliminate e un viale alberato tornato all’antico splendore. Sono in corso grandi lavori in quel che fu il Don Bosco di via Sampolo, a Palermo: un tempo centro educativo salesiano e anima del quartiere, ma da anni in stato di degrado e abbandono, ricettacolo di animali, immondizia e ladruncoli.
Un sito in abbandono su cui a più riprese il quartiere ha chiesto di intervenire, non solo per un senso di nostalgia verso quello che era un centro educativo d’eccellenza, ma anche per recuperare un’area di oltre 5 mila metri quadrati in cui rimane attiva solo la chiesetta.
Livesicilia, lo scorso giugno, aveva documentato lo stato del Don Bosco (clicca qui per leggere il servizio e guardare le foto), mostrando il viale pieno di sterpaglie e con l’erba ad altezza uomo. Immagini che, se paragonate allo stato di oggi, sembrano solo un lontano ricordo. L’Inps, proprietario della struttura (dopo aver inglobato l’Inpdap), aveva annunciato l’intenzione di iniziare i lavori di manutenzione e così è stato. Una ditta si sta occupando del muro di cinta, così da evitare incursioni notturne, effettuando la manutenzione ordinaria: i lavori sono iniziati il 26 settembre e si concluderanno il 24 dicembre, per un importo di quasi 39 mila euro. Un’altra impresa, invece, sta intervenendo sulla manutenzione straordinaria e la bonifica dai rifiuti: 50 mila euro di lavori, la cui fine è prevista per il 18 agosto 2018.
Un attivismo che, da qualche settimana, aveva allarmato alcuni residenti del quartiere, preoccupati da rumors, che si sono rivelati infondati, secondo cui al Don Bosco Sampolo era in atto la realizzazione di un centro di accoglienza per immigrati. “Non è vero – spiegano dall’Inps – si tratta solo di lavori di messa in sicurezza, di interventi sul verde e sui muri perimetrali d’intesa con la Sovrintendenza ai Beni Culturali”.
Non è un mistero che l’Istituto guidato da Tito Boeri voglia vendere quello che un tempo era un gioiello per Palermo, ma per farlo deve rimetterlo in sesto evitando che i ladri e i vandali lo trasformino in altro. Per questo l’Inps assicura la vigilanza armata e ha scelto, mediante bando, un agronomo esperto di piante secolari.
Successivamente si dovranno risolvere anche alcuni problemi legati alle particelle catastali, trovare un accordo con i salesiani e trovare un acquirente, ma il recupero di quello che fu il Don Bosco è già iniziato. E chissà se un giorno, un nuovo acquirente non possa donare una seconda vita al Sampolo facendolo tornare un luogo di eccellenza del capoluogo siciliano.