CATANIA- Il primo giorno di lavoro dopo le ferie inizia con la protesta di chi, in ferie, dopo aver lavorato un intero anno, non c’è potuto andare.
Eppure si occupano, giorno e notte, dei più deboli: il discorso vale per i 430 logopedisti, terapisti, riabilitatori, educatori che lavorano in quattro strutture dell’Oda, puntualmente pagate dall’Asp, e per i dipendenti della Colacoop che gestisce i lavoratori sociosanitari dell’ospedale Cannizzaro.
IL CASO ODA. I dipendenti dell’Oda lanciano una lunga giornata di proteste, l’ennesima, per non far cadere nel vuoto l’esito della riunione in Prefettura di luglio, quando i vertici del Clero etneo, che nominano il Cda dell’Oda, assicurarono che i pagamenti sarebbero stati puntuali.
Nessuna traccia degli stipendi di maggio, giugno, luglio e agosto, altro che quattordicesima.
I dipendenti sono in ginocchio, ma ciò che rende emblematico il caso di queste madri e padri di famiglia disperati è il fatto che il servizio che espletano con grande spirito di sacrificio è molto richiesto, ma soprattutto è renumerativo ed esiste anche una lunga lista d’attesa. L’Asp paga puntualmente le prestazioni, proprio oggi partirà un bonifico da 3,5milioni di euro, ma i soldi “si perdono”, secondo i sindacati, tra le scartoffie dei piani alti della burocrazia porporata.
Quattro delle 8 strutture gestite dal Clero ricevono il rimborso delle prestazioni erogate dall’Asp etnea. Le altre 4 dovrebbero essere retribuite dai comuni, che spesso sono in rosso. Alla fine, i fondi vincolati dell’Asp non bastano mai e i dipendenti sono in ginocchio.
“Chiediamo -spiega Corrado Tabbita Siena a LivesiciliaCatania- che la situazione venga risolta una volta per tutte”.
IL CASO COLACOOP. Ercole Tringali è un rappresentante dei lavoratori socio sanitari del Cannizzaro che sono confluiti, dopo varie cessioni e vicessitudini, nella Colacoop. Esattamente si tratta di ausiliari sociosanitari specializzati. Accompagnano i malati, aiutano gli infermieri nella pulizia dei pazienti, si occupano del trasporto del sangue, accompagnano i pazienti a fare la diagnostica, negli ambulatori, si occupano della sterilizzazione dei ferri e alcuni di loro fanno anche gli autisti.
Hanno ottenuto il contratto da sociosanitari, ma di fatto, denuncia Ercole Tringali a LivesiciliaCatania, “viene applicato il contratto degli operatori ecologici riducendo il numero di ore lavorative in aperta violazione del bando di gara”. “Ci siamo rivolti al manager Paolo Cantaro segnalando che il capitolato d’appalto non viene rispettato, abbiamo anche contattato l’assessore Lucia Borsellino. A loro lanciamo un appello, quello di riconoscere la professionalità che ci siamo costruiti in 25 anni di servizio per la stessa azienda”. Secondo i lavoratori, la riduzione di ore comporterebbe la riduzione dello stipendio per 350 euro al mese. “Perché nessuno interviene?”, conclude Tringali.
Luca De Caro, responsabile commerciale della Area Sud della Pfe, società mandante del raggruppamento di impresoe che si è aggiudicato l’appalto per i servizi sociosanitari all’ospedale Cannizzaro, spiega: “Dopo un anno di tensioni le aziende dell’Ati hanno intrapreso un’azione che va verso i lavoratori e verso la normalizzazione della gestione del cantiere. Le aziende hanno fatto una proposta ai lavoratori che è stata accettata dalla maggioranza e auspichiamo che anche chi non abbia aderito all’accordo proposto dall’azienda possa normalizzare le attività lavorative visto che le aziende pagano regolarmente gli stipendi nonostante il Cannizzaro non ci paghi da febbraio”.