PALERMO – Sono appena partiti e già devono “inseguire”. Gli “adeguati” sono 458. Di loro, ne resteranno 60. Saranno i soli a potersi aggiungere all’elenco dei 119 eletti, che hanno già conquistato il diritto al colloquio orale. Oggi, al Cefpas di Caltanissetta è scattata ufficialmente, insomma, la corsa verso i 17 posti di direttore generale delle Asp e delle aziende ospedaliere siciliane.
Una corsa costellata dalle polemiche e dai dubbi. All’inzio dell’anno, le critiche per i criteri individuati dalla Commissione dei “tre saggi”. Criteri che avrebbero rischiato di favorire troppi manager dell’era Cuffaro e Lombardo. Poi, l’intervento del governo, con tanto di richiesta di parere legale. Un intervento che ha costretto, di fatto, la commissione a rimodulare quei requisiti.
Fatto sta che, dopo l’individuazione di un bacino di circa 600 idonei per ricoprire il ruolo, l’assessorato alla Salute ha deciso di stilare due distinti elenchi. Uno composto da 119 dirigenti, già pronti per il colloquio orale (ma che sosterranno comunque il test online, per incrementare il proprio punteggio) e l’altro elenco, che contiene la maggior parte degli aspiranti manager. Quelli, insomma, che oggi hanno iniziato a sfilare tra i padiglioni del Cefpas, l’ente di alta formazione per i dirigenti della Sanità.
Ma, come detto, l’avvicinamento alla prova non è stato “comodo”. Tra le voci critiche, solo l’ultima è quella del deputato della Lista Musumeci Gino Ioppolo: “La procedura selettiva inventata dal governo regionale, oltre che palesemente illegittima e, forse, anche illecita, – ha detto – sembra essere stata adottata per evitare ogni necessario e indispensabile rinnovamento nella gestione delle Asp”. Insomma, una procedura che pare “fatta apposta” per aprire a ricorsi e contenziosi che finirebbero, inevitabilmente, per prorogare la gestione dei commissari. Stessi concetti espressi dal Pdl, del resto, attraverso il capogruppo Nino D’Asero e il vicepresidente della Commissione Salute Enzo Fontana: “Nel bando iniziale non era previsto che dovessero svolgersi due prove per test on line, una per aspiranti “adeguati” e una per aspiranti “curriculati””. Ma i dubbi sull’iter non sono stati sollevati soltanto dall’opposizione. Visto che lo stesso presidente della commissione Sanità all’Ars, il deputato del Pd Pippo Digiacomo, ha sottolineato come la procedura scelta dal governo e dalla commissione sia “opinabile e vulnerabile”. Vulnerabile di fronte ai possibili ricorsi, appunto. Che potrebbero, in linea teorica, rallentare ulteriormente il cammino verso la scelta dei manager.
“Si tratta di un guazzabuglio siciliano”, commenta qualcuno dei candidati al test, in attesa di entrare in Aula. Lì, l’avrebbe atteso una prova inaspettata. Una sorta di quiz attitudinale. “Siamo qui, – commentano altri aspiranti manager fuori dai padiglioni del Cefpas – tra pochi minuti dovrebbe toccare a noi, ma non abbiamo idea dei temi sui quali verterà la prova”. Alla fine, i “temi” non avranno nulla a che vedere con la materia sanitaria. Trenta domande a risposta multipla (“vero”, “non vero”, “non deducibile”), misureranno le capacità logiche e organizzative dei 458 candidati. Tra questi, come detto, Silvio Cuffaro, il fratello dell’ex governatore. “Conviene comunque rispondere alla domanda, piuttosto che non rispondere”, rivela uno dei partecipanti alla prova ai “colleghi” che attendono fuori dalla porta, un po’ come gli studenti universitari in attesa di qualche “dritta” sull’esame.
Domani, dalle 15,30, invece, inizieranno a sfilare “i big”. Quelli cioè, che hanno guadagnato l’accesso diretto al colloquio orale. Si troveranno nella stessa aula (ammesso che tutti decidano di presentarsi), tra gli altri, l’ex commissario dell’Asp di Palermo Salvatore Cirignotta (commissario confermato da Crocetta, poi esautorato per la vicenda ancora non chiara riguardante una gara per la fornitura di ‘pannoloni’), il suo predecessore oggi europarlamentare Salvatore Iacolino, il direttore generale dell’Arpa Francesco Licata di Baucina e l’ex Energy Manager Salvo Cocina. Loro parteciperanno al test, per la “gloria”. Anche se in tanti, tra i partecipanti, oggi commentano: “Non si comprende il motivo di una procedura così complicata. Alla fine, sarà pur sempre la politica a scegliere i propri preferiti”. E se la Cgil parla di “solita distribuzione da manuale Cencelli”, e la Funzione pubblica della Cisl sottolineare come questo iter non farà altro che “dare la possibilità ad uno stuolo di esclusi di fare ricorsi di ogni genere”, tanti tra gli aspiranti manager oggi presenti alle prove commentano, con un sorriso amaro: “Qua tutti si riempiono la bocca della parola ‘cambiamento’. Ma nella Sanità siciliana, e lo vediamo anche in questo caso, non è cambiato nulla”.