MOTTA SANT’ANASTASIA – Questa volta non è un vertenza sindacale o un’accusa lanciata dai vari comuni dell’hinterland etneo, l’Oikos che gestisce la discarica in contrada Tiritì a Motta Sant’Anastasia, è stata colpita dalla violenta mano della giustizia. Violazione alle norme della tutela ambientale è il reato contestato dalla procura di Catania, guidata da Giovanni Salvi, al rappresentante e al direttore tecnico della Spa, e che ha portato all’esecuzione di un decreto di sequestro preventivo d’urgenza.
Dalle indagini della polizia tributaria della guardia di finanza etnea è emerso che l’Oikos non ha osservato le prescrizioni previste per l’utilizzo dell’impianto di discarica come invece è indicato nell’autorizzazione regionale. Inoltre sono stati localizzati scarichi di acque reflue (percolato) proveniente direttamente dalla discarica con sversamento nel suolo e nel sottosuolo lungo la valle Sieli e nei torrenti Cubba e Rosa, che confluiscono nel Buttaceto . Tutto questo – evidenziano gli investigatori – con un danno enorme al patrimonio naturalistico della zona.
Le indagini si sono sviluppate attraverso l’acquisizione di foto e video realizzate dai militari che a bordo dei mezzi aerei delle fiamme gialle hanno utilizzato sofisticate telecamere a rilevamento termico a infrarossi. Inoltre sono state ispezionate le aree insieme al personale dell’Arpa di Catania. La discarica garantirà il suo funzionamente e quindi i comuni, tra cui Catania, potranno continuare a conferire rifiuti ma la società dovrà ripristinare la raccolta del percolate secondo le disposizioni di legge entro dieci giorni.