Ok da conferenza Stato-Regioni |Catania con Siracusa e Ragusa - Live Sicilia

Ok da conferenza Stato-Regioni |Catania con Siracusa e Ragusa

La notizia, che circolava nei corridoi, è stata confermata dal commissario straordinario Roberto Rizzo e dal segretario Alfio Pagliaro. Si attende delibera del Mise.

camera di commercio
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CATANIA – Non indiscrezioni ma certezze. Le notizie che fino a stamattina giravano tra i corridoi del palazzo della Camera di Commercio di Catania sono state confermate dal commissario straordinario Roberto Rizzo e dal segretario Alfio Pagliaro. La Conferenza Stato-Regione ha deliberato positivamente in merito all’accorpamento delle tre Camere di Catania-Siracusa-Ragusa. Un triade che vedrà l’ente catanese come capofila. Adesso la palla passa al Mise (ministero dello Sviluppo Economico) che dovrebbe deliberare entro il mese di luglio, presumibilmente il 30. Una delibera che ha più il sapore di ratifica, visto che in genere il Ministero conferma il parere del tavolo tecnico.

“Sì, è stato dato parere positivo dalla Conferenza Stato-Regione – ci dice Roberto Rizzo – e questo è il passaggio più complesso. Dall’accorpamento rimane fuori solo Messina perché ha deciso di non unirsi anche se Catania, Siracusa e Ragusa avevano manifestato la volontà – ove Messina lo richiedesse – di far entrare dentro anche la città dello Stretto”.

Commissario, Messina sta cercando di inseguire in qualche modo la possibilità di unirsi alla Camera di Reggio Calabria. È possibile questa unificazione?

“No. Per un discorso normativo. Le Camere di Commercio siciliane sono sottoposte a controllo della Regione Siciliana e la Camera di Reggio Calabria non può essere sottoposta al controllo della Sicilia”.

La cosa potrebbe essere attuata se scegliessero due sedi contemporaneamente?

“Ho molti dubbi”.

Tornando a Catania, a questo punto sarà inutile insediare il vecchio Consiglio camerale.

“Sicuramente avrebbe vita breve. E sì, sarebbe inutile – conferma Rizzo -, ma questa è la casa degli imprenditori e loro sono liberi di prendere decisioni e assumersene tutte le responsabilità”.

Se il Mise il 30 deciderà per l’accorpamento, cosa succederà?

“Scatterà immediatamente il blocco di eleggere nuovi organi, un blocco che è proprio un divieto normativo – ammette Rizzo, confermando così l’inutilità di insedimanento del Consiglio – che trova il presupposto giuridico sul buon senso. A quel punto, infatti, dovranno essere rivisti tutti gli organi e gli assetti camerali in modo tale da bilanciarli alle esigenze di quest’unicum che adesso sarà formato dalle tre Camere”.

Si metteranno d’accordo facilmente per eleggere il nuovo presidente?

“Anche per questo ci vuole buon senso”.

L’accorpamento però ha i suoi tempi e la decisione del ministero è solo il punto di partenza.

Dott. Pagliaro, da tecnico che sa cosa vuol dire gestire dall’interno la Camera di Commercio di Catania, cosa succederà con questo accorpamento?

“Intanto ne uscirà una Camera che potrà avere un punto privilegiato per poter promuovere questo territorio. All’inizio non sarà facile, non per accordi interni ma per linee politiche pratiche da far combaciare. Tanto per fare un esempio Ragusa predilige organizzare fiere ed eventi sul territorio quindi attirando persone, quella di Catania invece tende a far conoscere le nostre imprese direttamente nei mercati. In questo dovranno trovare il giusto equilibrio, per intendere al meglio la promozione. Dal punto di vista amministrativo invece l’iter è uguale in tutte le Camere”.

Dopo tutte le diatribe che ci sono state solo a Catania in questi anni, come sapranno gestirsi in tre?

“A mio avviso sarà ancora più semplice”.

Quindi non verranno messi in campo ancora più giochi di potere?

“Non sarà più un’organizzazione provinciale. I partecipanti saranno di più e bisognerà trovare un punto d’incontro, anche se non sarà sempre all’unanimità”.

Qual è il numero totale delle imprese che questo accorpamento rappresenterà?

“Stiamo parlando di circa 180.000 imprese escludendo le unità locali”.

Quanti saranno i consiglieri?

“Il numero resta invariato. Trenta sono adesso, trenta saranno nella nuova Camera in rappresentanza dei settori. Poi ci sono i tre che rappresentano cooperazione, consumatori e ordini professionali”.

Questi trenta saranno divisi per territorio?

“Assolutamente no. Il meccanismo non cambia neanche in questo caso. Il territorio verrà considerato unitario”.

In giunta quanti saranno?

“Anche in questo caso non cambia nulla, saranno sempre cinque”.

Facendo finta che il Mise si esprimerà il 30 luglio, in quanto tempo si potrà attuare l’accorpamento?

“Dal punto di vista normativo, i tempi sono già definiti. Come prima cosa devono essere ripartiti i seggi per settore economico (quindi non per associazione, nda) in base a una sorta di media – continua Pagliaro – che scaturirà dalle preminenze di ogni singola provincia. Per fare questo ci vorrà una settimana circa. Diciamo che a fine agosto si potrà pubblicare l’avvio della procedura di rinnovo. La legge prevede quaranta giorni di calendario per la presentazione delle richieste di partecipazione. A quel punto la Camera ha trenta giorni di tempo per fare le verifiche. Una volta fatte, si mandano gli atti alla presidenza della Regione”.

Regione che, a quel punto, potrebbe non avere un governo o quasi.

“Questo non si sa. I tempi però sono certi, nel senso di imposti. Per compiere tutto l’iter ci vogliono sei mesi. Partendo dal 30 agosto – conclude Pagliaro – diciamo che per S. Agata tutto potrebbe essere operativo. E rimane solo l’insediamento del Consiglio e l’elezione del presidente che potrà essere fatto in uno o due giorni”.

 

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