CATANIA – 565.785,13 euro di debito fuori bilancio per non aver proceduto, in oltre 30 anni, all’esproprio per pubblica utilità di alcuni terreni dell’Iacp. Ammonta a tanto, infatti, l’importo che il Comune dovrà versare all’Istituto autonomo case popolari, e che andrà a gravare sull’esercizio per l’anno 2013, per non avere proceduto all’esproprio di alcuni terreni di via Santa Sofia, occupati dal 1976 e che il Comune avrebbe dovuto acquistare nel 1985. Così almeno si legge nel provvedimento dirigenziale, emesso lo scorso 28 Gennaio e firmato dal dirigente Orazio Palmeri, avente per oggetto “Progetto per la sistemazione a verde pubblico altrezzato a bambinopoli in Via S. Sofia “. – Sentenza n. 34512008 della Corte di Appello di Catania, I^ Sez. Civ. emessa in data 09101/2008 e depositata in cancelleria in data 0410312008 – (Risarcimento danni da occupazione appropriativa). Spesa in uscita € 565.785,13”.
Nel documento viene ricostruita la vicenda: Nel lontano febbraio del 1976, l’assessorato regionale ai Lavori pubblici emanò un decreto con il quale autorizzava l’amministrazione a occupare un terreno di proprietà dell’Iacp per il quale, però, il Comune di Catania non avrebbe mai proceduto a fornalizzare l’espropriazione per pubblica utilità. “Scaduti i termini previsti dal decreto – si legge nel provvedimento – l’occupazione è divenuta illegittima”.
A quel punto, il 12 luglio 1985, dopo la scadenza dei termini e dopo che l’opera era stata eseguita, è stata sottoscritta la dichiarazione di accettazione dell’indennità di espropriazione con la quale I’Iacp accettava come indennità definitiva la somma di 473.528.000 lire (244.556,80 euro), “somma accettata in forma transattiva e definitiva, senza che la ditta proprietaria avesse piu nulla a pretendere per la sopradetta cessione volontaria” – si legge ancora. Da allora, però, non un solo euro sarebbe stato versato all’Istituto da parte del Comune, tanto che Palmeri evidenzia come “necessita, a scanso di ulteriori danni all’Ente, riproporre l’atto in questione, con gli interessi aggiomati alla presuntiva data di pagamento”.
Alla luce anche della sentenza emessa nel 2008 dalla Corte d’Appello che ha respinto il ricorso del Comune, condannandolo al pagamento di 244.556,80 euro oltre agli interessi legali dal 1986, e ancora al pagamento in favore dell’ IACP, delle spese di giudizio, liquidate in complessivi 4.900 euro.
“Considerato che il mancato pagamento di quanto dovuto alla superiore ditta, comporterebbe maggiori oneri nei confronti di questa pubblica Amministrazione e che le predette somme costituiscono “Debito fuori Bilancio” derivante dall’obbligo del pagamento di somme scaturenti da sentenze esecutive – scrive infine Palmeri – determina di dare mandato alla Direzione Ragioneria Generale di procedere al pagamento di euro 565.785,13 in favore dell’ Istituto Autonomo Case Popolari”. Il pagamento dovrà essere immediato, dal momento che sul nuovo debito non dovrà pronunciarsi il consiglio comunale. Di fronte a un titolo esecutivo, infatti, l’organo assembleare non deve compiere alcuna valutazione, non potendo, in ogni caso, impedire il pagamento del relativo.