Ucciso per il costo della benzina| Fiaccolata per le vie del centro - Live Sicilia

Ucciso per il costo della benzina| Fiaccolata per le vie del centro

Mario Di Fiore e il luogo del delitto

Ad organizzarla la moglie di Nicola Lombardo, ucciso un anno fa mentre lavorava in un distributore.

PALERMO – La fiaccolata partirà stasera, alle 20.30, dal teatro Politeama per raggiungere piazza Lolli, il luogo dove Nicola Lombardo fu ammazzato mentre lavorava in un distributore di benzina.

La moglie, Provvidenza Sarullo, un anno dopo il delitto, vuole ricordare così il marito, padre di due figli, ucciso per il assurdo dei motivi. “La vita non può essere lesa per 68 euro”, scrive il giudice Wilma Mazzara nelle motivazioni con cui Mario Di Fiore, reo confesso del delitto, è stato condannato a trent’anni. Solo la scelta del rito abbreviato, che dà diritto a uno sconto di pena, gli ha evitato quella che secondo il Gup era la giusta pena, l’ergastolo. I familiari della vittima si erano costituiti parte civile con l’assistenza dell’avvocato Fabio Lanfranca.

Ergastolo per lo “sfogo di rabbia e disappunto” per il prezzo della benzina. Fu un fatto eclatante che scosse l’opinione pubblica anche, e il giudice lo ricorda, in una città “abituata” ai fatti di sangue. I poliziotti e il pm Ennio Petrigni ricostruirono così quel folle pomeriggio di un anno fa. Intorno alle 15, una Fiat Punto grigia arriva alla pompa di benzina. Al volante c’è Di Fiore, 63 anni, piccolo imprenditore edile, messo in ginocchio dalla crisi. Abita a Brancaccio, ma sta andando a casa della figlia che vive in zona. E decide di fare benzina. Nicola Lombardo fa il pieno. Il conto viene 68 euro.

Troppi, secondo Di Fiore che di solito di euro dice di pagarne al massimo 61. E così scende a controllare la colonnina. “Sessantotto euro, non ho un camion”; “Mi dia i soldi, devo guadagnarmi il pane”; “No, i piccioli stavolta me li dai tu”. Tutto questo lo racconterà lo stesso Di Fiore davanti ai poliziotti. Scende dalla macchina e spara un colpo che raggiunge Lombardo alla milza (l’omicida dirà che il benzinaio ha provato ad aggredirlo, una tesi che cozza con il fatto che il proiettile ha centrato la vittima mentre era quasi girato di spalle). Dunque, quando, non poteva certo intimorire l’assassino.


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