PALERMO – La Corte d’assise d’appello di Palermo ha ridotto da sedici a dieci anni la condanna per Ivan Sestito, l’uomo accusato d’aver ucciso nel 2000, in via Sciuti, il libraio Livio Portinaio. Il processo si è svolto con il rito abbreviato. Confermate le provvisionali per la moglie e i due figli di Portinaio (complessivamente 65 mila euro) e per i fratelli (5 mila ciascuno), assistiti dagli avvocati Turi e Giuseppe Lombardo. Sestito era già stato condannato a 16 anni di carcere nel 2009 dopo essere stato assolto in primo grado, ma la Cassazione aveva annullato la sentenza rinviando il processo in appello e accogliendo le istanze della difesa di Sestito che lamentava la lesione, in secondo grado, del diritto di articolare i mezzi di prova.
La corte non avrebbe infatti accolto alcune istanze per sentire testi a discolpa. Era stato proprio Sestito, a quattro anni dall’omicidio, a raccontare cosa sarebbe accaduto quella sera tra l’8 e il 9 novembre del 2000 dicendo di averla trascorsa con un suo amico Maurizio Gentile e Portinaio. Secondo Sestito, a uccidere sarebbe stato Gentile a conclusione di un tentativo di rapina, ma il movente non è mai stato chiaro. Gentile è stato condannato a 22 anni. A gennaio scorso la corte aveva deciso, quando doveva parlare l’ultimo difensore, di riaprire il dibattimento per risentire Aurelio Lo Faso, uno dei testimoni fondamentali del processo, non come teste ma come indagato di reato connesso. Lo Faso è il garagista che all’indomani del delitto del libraio raccolse le confidenze di Ivan Sestito che gli avrebbe confessato di aver ucciso Portinaio.