CATANIA. Continuerà a trascorrere le sue giornate in carcere, almeno per il momento. Il gip Francesca Cercone in un udienza infuocata ha rigettato l’istanza di scarcerazione avanzata dai difensori di Nicola Mancuso, l’uomo accusato dell’omicidio della giovane biancavillese Valentina Salamone, rinviando l’udienza al 24 settembre. La richiesta era scaturita dopo la notizia della proroga di 60 giorni concessa ai tre periti nominati dal giudice. I professori Vittorio Fineschi, Cristoforo Pomara e Adriano Tagliabracci avrebbero dovuto consegnare la relazione tecnica il 15 luglio per far luce sulle tracce biologiche ritrovate sulla scarpa dell’ex amante di Mancuso salvo poi far slittare il termine al 15 settembre 2013. In questo intreccio di date, il caso ha voluto che solo pochi giorni fa, la cittadina di Biancavilla ricordasse la ragazza diciannovenne ritrovata cadavere il 24 luglio 2010 in una villetta nelle campagne di Adrano. La controversa vicenda vivrà una nuova, fondamentale, fase il prossimo 26 settembre quando la Corte di Cassazione si pronuncerà sulla richiesta di annullamento dell’ordinanza già rigettata dal Tribunale del riesame di Catania.
I familiari di Mancuso intanto non si rassegnano. Prima dell’udienza di oggi la moglie Piera Castelli accompagnata dalla sorella dell’uomo, Vanessa Mancuso, insieme a una decina di familiari hanno protestato davanti il Palazzo di Giustizia. “Ѐ ingiusto – sottolinea la moglie di Mancuso – che Nicola venga trattenuto in carcere perché non c’è una prova, il nostro consulente ha confermato che quello sotto la scarpa della ragazza non fosse sangue”. A fare da eco c’è anche Vanessa Mancuso, sorella dell’uomo recluso, “Mio fratello è innocente, non ripete altro è soprattutto è dentro un carcere dove le persone vengono trattati come animali”.
“Mi chiedo – continua Piera Castelli – quali siano le prove che possa inquinare questo ragazzo, fino all’ultimo momento è stato a casa sempre disponibile con le forze dell’ordine”. Sull’udienza di oggi arriva anche il commento dell’avvocato Dario Pastore, difensore della famiglia Salamone “Sono stato – spiega a LiveSiciliaCatania – aggredito verbalmente da Nicola Mancuso e dalla moglie”. L’avvocato Rosario Pennisi: “Solo un comprensibile attimo di tensione”.