Omosex in the Sicily - Live Sicilia

Omosex in the Sicily

Rosario Crocetta - volenti o nolenti - ha elettrizzato il dibattito sul tema dell'identità omosessuale riferito alla vita pubblica. Come affrontarlo? Ecco una proposta.

La Sicilia non è omofoba. E’ peggio: tollerante. I froci non li rinchiude nei campi di concentramento di un’ideologia totalitaria. Li imprigiona nelle retrovie dell’umorismo, nella risata grassa del triviale, nell’icona del vizietto. E’ un vezzo degli intellettuali che partecipano a ponderosi convegni sui diritti umani. Poi, all’uscita, in un crocicchio scatta la battuta: “La sai quella dei finocchi…”. C’è chi dice che sia meglio così, che in questa ludica parentesi del ventre vada ricercata l’essenza del rispetto. Rido di te, dunque non ti considero nemico. Forse. O forse è proprio la condiscendenza del buonumore a nascondere il pungiglione del dileggio. Nel recinto delle barzellette siamo quasi eguali e possiamo perciò scambiarci cameratesche pacche sulle spalle. Fuori, nel mondo della carne e delle cose reali, tu sarai sempre un po’ meno essere umano di me. Infatti, ecco subito lo spiritoso che colma il fossato dell’inferiorità percepita, con aria grave – segno che fa sul serio – ammettendo: “Ho molti amici gay”. Sì, anche io. Che bello, siamo tra persone perbene.

La Sicilia non è la culla del diritto, perché non conosce i mezzi della salvaguardia del giusto. Ma se allarghi lo sguardo oltre lo Stretto i panorami si somigliano. La Sicilia non difende le ragioni di chi vorrebbe vivere come ritiene, in un sereno anonimato, con tutte le declinazioni sessuali e comportamentali consentite dai codici. Si va oltre, maledicendo i codardi dell’outing. Si afferra una bandiera e la si innalza, con voluttà isterica, proponendo battaglia ardita sempre e comunque, anche dove i corni degli eserciti in marcia risultino debordanti o cacofonici. Le forme di militanza alla Gay Pride sembrano più una parodia della libertà di espressione che a una reale pietra angolare su cui costruire valori condivisibili. Prima sei omosessuale, poi sei persona. La specificazione rovescia e legittima la stessa impostazione del razzista che estrae il particolare dal contesto e ci costruisce su un qualche tipo di squalifica dell’umano. L’iniziale peccato del razzismo, che precede perfino l’orrore dei suoi giudizi sommari, è questo: la campagna di astio e di odio scaraventata su un aggettivo, perdendo di vista l’uomo intero. Allo stesso modo e per vie diverse, certo mondo gay si ghettizza da solo, impoverendo la ricchezza dell’individuo, riducendola a un solo elemento, importantissimo. Sei omosessuale o non sei.

Rosario Crocetta ha vivacizzato il tema della “diversità” connesso alla vita pubblica. Se n’è accorto Pietrangelo Buttafuoco che l’ha incenerito con “L’Opera dei Puppi”, un pezzo memorabile pubblicato dal Foglio e ripreso da Livesicilia. Qualcuno l’ha considerato un assalto frontale alla  collocazione di sé. Non è vero. Buttafuoco non si è concentrato sulla cosa, ma sul suo nome. Sull’uso, cioè, di una questione delicatissima per viatico elettorale. La strategia del candidato del Pd appare chiara a chi scrive: suscitare un dibattito sull’argomento per richiamare tutti all’intangibilità della sfera privata, indossando i panni del danneggiato.

A prescindere dal processo alle intenzioni di Crocetta, le spine rimangono. L’omosessualità non è tuttora, purtroppo, una condizione che possa riposare in pace nei gesti, negli affetti e perfino nelle normali perversioni del singolo. E’ discrimine, crocevia, origine di discussioni infinite che attirano la pedagogia, l’etica, la psicologia e le loro consorelle. Non è mica una faccenda da barzellette. Ci piaccia o non ci piaccia, è così. Ed è un bene che le corna del dilemma siano uscite fuori come dalle lumache di un interrogativo profondo e segreto, dai babbaluci scriverebbe Buttafuoco.
Ognuno la giri secondo criteri soggettivi, basta che dica la sua chiaro chiaro. Come dirla secondo me sul tema e solo sul tema, lasciando a terra il resto? Col paradosso. Parafrasando un vecchio ignominiosio proverbio siculo che, nel suo rovescio, restituisce infamia e verità a misure alterne: meglio Puppi che mafiosi. Il cambiamento passa anche da qui.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI