CATANIA – L’hanno chiamata operazione Borderless, l’indagine che ha fotografato un presunto smaltimento di rifiuti illeciti accumulato nelle attività di soccorso e salvataggio dei migranti in mare a parte di Medici Senza Frontiere. La Guardia di Finanza di Catania ha condotto l’inchiesta (scattata due anni fa) che ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio di diversi imputati italiani e stranieri da parte dei pm Andrea Bonomo e Alfio Fragalà.
L’udienza preliminare però si è divisa in due tronconi. Il gup infatti ha stralciato la posizione degli indagati stranieri per la nullità della notifica e per la mancata traduzione degli atti. Invece, è stata aggiornata al 9 febbraio l’udienza per Francesco Gianino, Cristina Lomi, Marco Ottaviano, Michele Trainiti, Msf Belgio e Olanda. Per loro dunque il processo va avanti.
Il quadro accusatorio – basato anche su alcune intercettazioni – dipinge un “condiviso e pianificato” smaltimento illegale di rifiuti pericolosi a rischio infettivo, sanitari e non, derivanti dalle attività di soccorso dei migranti. In estrema sintesi i rifiuti sarebbero stati conferiti in modo indifferenziato, unitamente a quelli solidi urbani “in occasione di scali tecnici e sbarco dei migranti” nei porti.