Operaio morto al tribunale| L'autopsia non chiarisce i dubbi - Live Sicilia

Operaio morto al tribunale| L’autopsia non chiarisce i dubbi

Edmond Fejzullai, l'operaio albanese morto dopo l'incidente

Indagini sulla tempestività dei soccorsi e sui dispositivi di sicurezza per la morte di Fejzullai.

PALERMO – A non lasciargli scampo è stata l’emorragia provocata da un taglio netto e profondissimo alla gamba, ma saranno gli esami istologici e tossicologici ad accertare se Edmond Fejzullai poteva salvarsi. L’autopsia sul corpo dell’operaio che ha perso la vita nei locali del Palazzo di Giustizia di Palermo è stata eseguita ieri pomeriggio all’Istituto di Medicina Legale del Policlinico, ma i risultati delle analisi arriveranno entro sessanta giorni.

Serviranno a far luce sulle cause del decesso dell’uomo che, il giorno del tragico incidente, aveva appena compiuto 58 anni. Le indagini condotte dai carabinieri di piazza Verdi e coordinate dalla procura si muovono su due fronti: quello dei requisiti di sicurezza durante l’attività lavorativa e quello della tempistica dei soccorsi. L’operaio, originario di Durazzo, in Albania, abitava a Massafra, in Puglia, ma viaggiava spesso sia per lavoro che per incontrare la famiglia.

La moglie e i due figli vivono al Nord, tre giorni fa sono partiti dalla cittadina nel Bergamasco in cui abitano per recarsi a Palermo, l’ultima tappa di Edmond, giunto in città, invece, la scorsa settimana. Era stato reclutato da una società interinale, una “intermediaria” tra gli operai e il datore di lavoro. In questo caso, il 58enne stava svolgendo la sua attività per una ditta bergamasca che fa capo alla Bt Group, che si occupa del cablaggio dei palazzi del Ministero della Giustizia, a livello nazionale.

Ma il cantiere era sicuro? Erano presenti tutti i dispositivi che, per legge, devono essere messi a disposizione degli operai per evitare ogni rischio? Aspetti su cui dovrà fare luce l’inchiesta in cui è adesso indagato il titolare dell’azienda di Bergamo. In base a quanto ricostruito dai carabinieri, quel giorno Edmond Fejzullai si trovava su una scala. Stava assemblando alcuni cavi nella camera di consiglio della prima sezione della Corte d’Assise, quando avrebbe perso l’equilibrio. Una caduta che gli sarebbe costata la vita per la presenza di una mensola di vetro, che come una lama gli ha reciso l’arteria femorale. L’operaio, nel giro di pochi minuti, si è ritrovato in un lago di sangue.

E da quel momento in poi, subentrano i dubbi sulla tempestività e i presunti soccorsi non adeguati. A bordo delle due ambulanze giunte al tribunale, infatti, non era presente il medico e, su questo punto, vuole far luce l’inchiesta. I prossimi esiti ufficiali dell’autopsia potrebbero infatti stabilire se la morte dell’uomo poteva essere evitata dall’arrivo dei sanitari in tempi più brevi. “Abbiamo inviato due mezzi con soccorritori – ribadiscono dalla centrale operativa 118 Sicilia – arrivate sedici minuti dopo la richiesta d’intervento per incidente sul lavoro. I tre medici a disposizione in quel momento erano impegnati nelle operazioni di soccorso avviate per un vasto incendio a Partanna Mondello, dove erano state evacuate circa cento persone. In ogni caso – precisano – la presenza di un medico non sarebbe probabilmente riuscita a salvare la vita all’operaio, perché in caso di una lacerazione del genere è necessario intervenire subito chirurgicamente, una volta giunti in ospedale”.

L’uomo è deceduto al suo arrivo al Civico, poco prima di essere trasferito in sala operatoria. L’ultimo drammatico viaggio dopo il suo arrivo nel capoluogo siciliano, di cui aveva mostrato ogni tappa su Facebook. Fejzullai era un elettricista esperto, da sempre abituato a spostarsi per lavoro. Accorciava le distanze coi familiari anche attraverso i social network, dove pubblicava le foto dei luoghi in cui si recava. Due giorni prima della tragedia aveva fatto delle foto al mare, a Vergine Maria, al porticciolo della Cala, ai Quattro Canti, in pieno centro città. Gli amici commentavano dall’Albania: “Bellissima Palermo”, “Ciao Edmond, buon lavoro”. E poi, gli auguri per il compleanno, nel giorno stesso in cui l’operaio ha perso la vita.


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