Gli esami di terza media in ospedale a 13 anni: "Un giorno da ricordare"

Gli esami di terza media in ospedale a 13 anni: “Un giorno da ricordare”

Una storia memorabile, tra i banchi e l'Ismett

PALERMO- Antonio ha uno sguardo pieno di curiosità. Il sorriso vivace di un tredicenne. La fretta di un bambino ai confini con l’adolescenza, che vorrebbe correre subito oltre l’orizzonte, per vedere cosa c’è, com’è fatto. E il coraggio di un piccolo uomo che ha affrontato la sua sfida al meglio.

Lo hanno ricoverato all’Ismett, qualche settimana fa, dopo un passaggio all’Ospedale dei Bambini, per un problema di salute serio, che sembra avviato verso la risoluzione.

Antonio, ieri mattina, ha sostenuto gli esami di terza media nella sua stanza da degente di quella eccellenza che è l’Istituto dei trapianti, coccolato da tutti. Una prova diversa – secondo quanto previsto – per non affaticarlo troppo, superata brillantemente, da quanto trapela.

Sono strumenti che la legge mette a disposizione, come cornice di giustizia, per venire incontro in casi particolari. Ma poi ci vuole la sensibilità umana per dipingere la tela. In questo caso, i colori che osserviamo appartengono a sentimenti belli e vividi.

“Antonio – dice Maria, la mamma, che ha acconsentito al racconto della storia – è appassionato di molte cose e ha l’argento vivo addosso. Gli piace la boxe, come il calcio. Si è comportato come un leone, nell’affrontare una situazione non facile per un bimbo”.

Il 25 maggio – prosegue la mamma – eravamo all’Ospedale dei Bambini, poi siamo passati all’Ismett e, dopo tante terapie, siamo finalmente fiduciosi. Dobbiamo ringraziare tutto il personale dell’Ismett, perché siamo stati assistiti e protetti con affetto”.

“Lo stesso ringraziamento va alla preside dell’istituto comprensivo ‘Rita Atria’, la scuola di mio figlio, e ai suoi professori. L’esame è stato uno spettacolo da ricordare. Alla fine si sono tutti abbracciati. Antonio aveva paura di perdere l’anno, ma è stato rassicurato dagli insegnanti e ha sostenuto un’ottima prova”.

“Abbiamo contattato la famiglia e i medici dell’Ismett per programmare prove suppletive in sede, così come è previsto per legge – spiega la professoressa Vita Santangelo, dirigente dell’istituto comprensivo ‘Rita Atria’ -. E’ stata una soddisfazione immensa. Mi hanno riferito che il bambino si è rasserenato e che era contento, in una fase certo non semplicissima per lui e per la sua famiglia”.

“Desideriamo ringraziare – aggiunge la preside – i medici dell’Ismett e la Scuola in Ospedale, che hanno collaborato ad una veloce programmazione delle prove”.

La luminosa banalità del bene, si potrebbe definire. Qualcosa che accade ogni giorno, coperto dalla discrezione, perché i buoni non sono mai esibizionisti. Eppure, quando la incontri, quando la riconosci, suscita una speranza che nessuna avversità può cancellare.


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